Il Kazakistan accelera sull’adozione delle criptovalute e si prepara a dare l’ok sugli scambi cripto per fiat. Proprio nel momento in cui migliaia di russi in fuga dalla chiamata alle armi come riservisti, cercano asilo negli stati vicini e mentre l’unità dell’ex-blocco sovietico sembrerebbe mostrare, a corrente alternata, qualche scricchiolio.
Una delle mete immediatamente raggiungibili è proprio la vicina terra kazaka, dove importanti istituti di credito hanno già acquistato crypto asset pagando in valuta classica. L’operazione fa parte di un più ampio piano che dovrebbe portare il Paese a una posizione di leadership in ambito DeFi e su scala internazionale. Gli esuli di Mosca hanno fatto da catalizzatore?
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Qasym-Jomart Tokayev è pronto a legalizzare lo scambio tra criptovalute e fiat, a emanare regole sul crypto mining e ad abbracciare il comparto in maniera più ampia possibile. Le dichiarazioni del presidente kazako, raccolte in una kermesse locale su fintech e nuove tecnologie, ribadiscono l’intenzione del Kazakistan di assumere un posizione dominante in ambito crypto su scala globale.
Obiettivi ambiziosi per uno Stato che ha già mostrato un atteggiamento favorevole verso DeFi e crypto asset, ma la cui potenza di fuoco in uno scenario competitivo internazionale è ancora lungi dall’essere dimostrata. Obiettivi da conseguire seguendo la politica dei piccoli passi, approfittando quando si può di eventi in grado di fornire una gradita spinta.
L’ingresso di tanti uomini in fuga dalla Russia e dalla chiamata alle armi di Putin potrebbe essere una di queste occasioni.
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Kassym-Jomart Tokayev rompe finalmente gli indugi su Bitcoin e criptovalute proprio nel momento in cui il suo Paese si trova ad accogliere migliaia di cittadini russi che fuggono dal loro destino al fronte. E proprio mentre la più grande banca del Paese sospende l’uso delle carte di credito russe, dietro consiglio del Dipartimento del Tesoro americano, per evitare il dribbling alle sanzioni in atto.
Fatta la legge, trovato l’inganno? Non ci è dato saperlo, anche perché considerando il delicato quadro geopolitico qualsiasi illazione potrebbe essere interpretata come affermazione, e viceversa. Rimane il fatto che il Kazakistan si ritrova ad ospitare migliaia di uomini, che in qualche modo dovranno pur vivere. E pagare. Su questo palco va in scena un’altra piccola rivoluzione, e che vede protagonisti alcuni tra i principali istituti bancari kazaki, che avrebbero effettuato il primo acquisto di criptovalute legalizzato pagando in valuta fiat.
Tutto questo per dovere di cronaca ed evitando per quanto possibile illazioni che non troverebbero fondamento. L’adozione delle criptovalute è un processo in atto da tempo, col Kazakistan impegnato ina una sana competizione con gli Stati vicini.
Tra questi c’è la confinante Georgia, anch’essa alle prese con la regolamentazione e già protagonista di casi d’applicazione virtuosi, perlomeno in ambito tracciabilità, allo scopo di sostenere i produttori vitivinicoli locali. Sarebbe interessante sapere se anche in quello Stato l’inedita ondata migratoria farà da catalizzatore per i processi in corso.
Rimaniamo sul pezzo per raccontarvi eventuali sviluppi, perché al di là delle illazioni l’adozione istituzionale delle criptovalute non può che far bene al comparto. E perché no, anche a tanti cittadini costretti a fuggire dal proprio Paese, e che magari potrebbero usare i propri risparmi in Ethereum e Bitcoin per pagarsi da vivere.
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