Alcune opere di Banksy diventeranno una collezione NFT per essere distribuite su MakersPlace, piattaforma specializzata in arte digitale dal taglio premium. L’iniziativa è stata voluta da Austin Wilde, ex writer e produttore discografico indipendente che nei primi anni duemila assoldò l’artista per realizzare alcune locandine e copertine di dischi.
I pezzi in questione saranno battuti all’asta con prezzo di riserva compreso da 1 e 2 $ETH, e parte del ricavato sarà devoluto in favore delle popolazioni ucraine colpite dal conflitto. Storia che va ad incrociarsi anche con l’ondata di beneficenza che ha attraversato il mondo cripto negli ultimi mesi.
Un buon segnale anche per il movimento che gira intorno ai NFT, con l’arrivo di quello che possiamo considerare come un nome molto pesante. Settore sul quale è possibile investire indirettamente anche con la piattaforma sicura e all’avanguardia Capital.com – vai qui per richiedere un conto virtuale gratuito con STRUMENTI TOP anche in Intelligenza Artificiale– intermediario che ci permette di investire su 140+ cripto asset, molti dei quali legati proprio al mondo dei NFT.
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Per descrivere l’operazione BADMEANiNGOOD by Austin Wilde x Banksy NFT è necessario inquadrare il suo promotore, Austin Wilde. È un ex writer e proprietario di un’etichetta discografica indipenente, che nei primi anni duemila ha fatto disegnare a Banksy alcune copertine di dischi e i poster degli album in questione.
Le opere diventeranno collezioni NFT dopo che l’artista, a circa vent’anni di distanza, ha ceduto al produttore i diritti sulle sue opere. I token saranno ovviamente collegati agli oggetti fisici venduti su MakersPlace.
Si tratta del 33 giri REMIX: Roots Manuva x The Beatles: Yellow Submarine – The Completest Version accompagnato da un poster e firmato da Wilde in persona, che sarà battuto con un prezzo di riserva di 2 Ethereum. Insieme al vinile saranno venduti dei poster con prezzo di riserva compreso tra 1 e 2 $ETH.
Si tratta di opere originali che Banksy ha realizzato per BADMEANiNGOOD, compilation che Austin Wilde ha messo in circolazione nei primi duemila e che all’epoca riscosse un certo successo. Le opere, alcune delle quali locandine di enormi dimensioni, finiranno tutte nella collezione NFT che Wilde intende utilizzare in parte per uno scopo umanitario.
Parte del ricavato finirà nelle casse di MOAS Mission Ukraine, organizzazione senza scopo di lucro che provvede alle primarie necessità delle popolazioni ucraine coinvolte nel conflitto. Un nobile scopo che rende onore a Austin Wilde, a cui va riconosciuto anche il merito di aver sfruttato il nome di Banksy, artista che non ha certo bisogno di presentazioni.
Un personaggio la cui identità rimane tutt’ora misteriosa, e conosciuto non solo in campo artistico per via della sua produzione che pone l’indice sui più delicati e scottanti temi sociali. Una popolarità che non ha tardato a scavalcare i confini della street art per finire in una delle più importanti case d’aste al mondo, Sotheby’s.
È passato quasi un anno dall’asta live in Bitcoin, Ethereum e USDC nella quale sono state battute alcune opere di Banksy. Avendo come riferimento i tempi tipici del comparto sembra passato un decennio, con i battitori più famosi d’Inghilterra che già a maggio dello stesso anno avevano annunciato l’apertura alle criptovalute per acquistare sia NFT che opere d’arte fisiche.
Da quel momento, che appare lontano nel tempo ma risale a poco più di un anno fa, le strade di arte digitale, arte tradizionale e criptovalute si sono incrociate più volte, a dimostrazione di quanto il mondo dei musei trovi sempre maggior spendibilità nella blockchain e nelle tecnologie da esse derivate, e spesso per far diventare l’arte accessibile a tutti.
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