Gli Stati Uniti sono la più grande economia al mondo, per cui quando si parla di regolamentazione delle criptovalute non possono essere esclusi dal discorso. Al momento non esiste ancora una regolamentazione federale, ovvero una normativa valida in tutti i 50 Stati. Dagli organi governativi arrivano quotidianamente nuove dichiarazioni, qualcuna più aperta verso le valute virtuali e qualcuna meno; la confusione regna ancora sovrana, ma c’è un movimento costante verso la regolamentazione che non arriva dal governo federale.
Gli attori del sistema economico, intanto, procedono regolarmente a muovere l’economia. Questo porta passi avanti che, anche se non ufficiali, si notano. Passi in avanti che diventano difficili da smantellare e manifestano un movimento dal basso verso l’adozione delle criptovalute. I fautori sono principalmente i singoli Stati, ma anche e soprattutto le aziende che continuano a lavorare con zelo in questo settore.
Anche oggi abbiamo assistito ad importanti passi in avanti, ed ancora una volta i protagonisti non sono membri del governo federale.
La FINRA è un’organizzazione statunitense senza scopo di lucro che gode di grande fiducia da parte degli investitori. La SEC americana è l’equivalente della nostra Consob, vale a dire un’organizzazione governativa chiamata a decidere in fatto di regolamentazione e monitoraggio delle attività di investimento. La FINRA è molto simile, con la sola differenza che non è un programma governativo. Malgrado la mancanza di riconoscimento ufficiale da parte del governo federale, è comunque una voce molto autorevole negli USA.
Oggi la FINRA ha dato l’okay a procedere a Grayscale, una società di investimenti in criptovalute che intende costituire un trust per offrire al pubblico investimenti su Ethereum. Si tratta di un modo per mischiare finanza tradizionale e criptovalute, rendendo l’investimento più tutelato in nome della regolamentazione federale sui trust. Questo è già un notevole passo in avanti, dal momento in cui stiamo parlando dell’autorità finanziaria più importante dopo la SEC.
Altre due importanti notizie riguardano il Montana ed AT&T, rispettivamente uno dei 50 Stati federati e la più grande azienda di telecomunicazioni al mondo. Il Montana, attraverso il team di esperti che ha chiamato a studiare il fenomeno, ha deciso di aprirsi allo scambio di criptovalute sul territorio nazionale; non è una regolamentazione ufficiale, ma un semplice incoraggiamento a chi teme che la nuova normativa federale possa causare problemi alla circolazione di questi asset.
AT&T, dal canto suo, si è aperta all’utilizzo di pagamenti in Bitcoin da parte dei suoi circa 23 milioni di clienti. Con l’annuncio ufficiale di oggi, l’azienda ha dichiarato che attraverso BitPay tutti i suoi abbonamenti e servizi telefonici potranno essere saldati in crypto. Man mano che il tempo passa, il governo federale si vede sempre di più costretto a fare i conti con una società che sta già investendo e confidando tanto sul futuro dell’economia decentralizzata. Questi fattori non potranno non essere tenuti in conto quando sarà il momento di promulgare la normativa federale, che nel frattempo continua a non essere pronta ed a creare preoccupazione ad exchange ed investitori.
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