The Sandbox ha rinnovato la fiducia nel suo programma con cui ricompensa gli utenti che saranno in grado di segnalare bug e criticità di sistema. L’evocativo Bug Bounty prevede premi fino a 200.000 dollari in $LAND, a seconda del grado di vulnerabilità assegnato al problema.
Sono previste ricompense anche per chi dovesse individuare criticità negli smart contract, con importi che partono da un minimo di 50.000 dollari. La piattaforma si affida così ai suoi utenti, chiamati a produrre una proof of concept (PoC) della criticità riscontrata.
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Ancora ricompense per chi aiuta The Sandbox
The Sandbox conferma la sua fiducia nel programma dedicato alla segnalazione di bug potenzialmente dannosi per la piattaforma. Si chiama Big Bounty, e non è una novità assoluta nell’ecosistema del metaverse in questione.
Il programma è stato lanciato nel corso dell’estate, e si avvale del sistema di classificazione provvisto da Immunefi Vulnerability Severity Classification System V2.2. Il programma di ricompense è decisamente corposo: verranno riconosciuti fino a 200.000 dollari in $SAND per chi dovesse portare alla luce le criticità più gravi.
La piattaforma rilancia così un servizio non nuovissimo, ma che evidentemente ha già dimostrato la sua validità, tanto da essersi meritato questa riconferma. Possono prendere parte al programma tutti gli utenti della piattaforma tranne i membri del team di sviluppo, che non percepiranno ricompense per le segnalazioni, né tantomeno aziende e fornitori di terze parti.
Sono esclusi anche fornitori esterni che possiedono risorse considerate infrastrutture critiche all’interno del programma. Gli utenti dovranno accompagnare le eventuali segnalazioni con una proof of concept, oltre che certificare la propria identità.
Programma ricco, che aiuterà il progetto
Un programma estremamente articolato e a quanto pare basato su un comparto burocratico altrettanto macchinoso: sono ammesse solo segnalazioni accompagnate da PoC in cui vengono descritti gli effetti dannosi del bug a carico del sistema. Non si scherza insomma, anche perché le ricompense arrivano a coprire il 10% del potenziale danno economico che il bug riportato sarebbe in grado di arrecare.
Misure necessarie, perché la piattaforma è in continua espansione così come sono in costante crescita casi d’uso, base utenti e possibili applicazioni che giorno dopo giorno si palesano nel metaverse. The Sandbox è una realtà molto attiva nel crypto gaming ma non solo, con aziende di ogni tipo che sempre più spesso decidono di acquistare $LAND per installare lì la propria sede virtuale.
Vien da sé che il tema della sicurezza è centrale, e aumenta di importanza di pari passo con quel processo di espansione che porterà l’industria del metaverse a generare qualcosa come 5 trilioni di dollari entro il 2030, sempre se le stime delle autorevoli società preposte non dovranno essere ritoccate, magari verso l’alto.
Coi mercati ancora in pieno inverno, aziende e istituti di ricerca non smettono di investire in questa tecnologia, e anche la pubblica amministrazione non rimane a guardare, a qualsiasi latitudine. Segno che quello che oggi è considerato da molti un fumoso insieme di app decentralizzate ancora da capire, per molti altri è un impianto su cui fondare i paradigmi attorno ai quali ruoteranno economia, società e politica del prossimo futuro.