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In Svizzera, l’arte digitale diventa certificata grazie alla blockchain

6 anni fa
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Swisscom, principale azienda svizzera di telecomunicazioni, ha iniziato a lavorare su un progetto alquanto strano: certificare il numero di copie di un’opera d’arte digitale tramite blockchain. L’arte digitale si basa su file, come immagini o video, creati da artisti per essere esposti sugli schermi; in molti casi sono gli hotel e le reception degli uffici ad adornare con questo tipo di creazioni i loro spazi. L’azienda ha dato ufficialmente notizia di avere pronto un progetto per tutelare la proprietà intellettuale di queste creazioni, attraverso un comunicato stampa che inizialmente non ha ricevuto grande visibilità.

Secondo il team che ha lavorato al progetto, il principale problema dell’arte digitale sarebbe la tutela della proprietà intellettuale; è facile creare copie di un’immagine o di un video, quindi il numero di copie esistenti è spesso incerto. Altrettanto incerto è se l’opera esposta in un certo schermo sia acquistata regolarmente a prezzo di mercato o scaricata illegalmente da internet.

Gli NFT come soluzione

Gli NFT, acronimo di non-fungible tokens, sono criptovalute un po’particolari: la loro particolarità consiste nel non poter essere scambiate liberamente a fine speculativo, né convertite in denaro tradizionale. Sono dei token che semplicemente certificano l’avvenimento di una transazione, non necessariamente di natura finanziaria. Fino a questo momento non hanno trovato grande spazio nel dialogo su blockchain e le sue possibili implicazioni, ma Swisscom ha pensato proprio a questi come soluzione per la certificazione dell’arte digitale.

I token saranno prodotti in numero uguale a quello delle copie che l’artista intende creare della sua opera, dopodiché ne verrà distribuito uno ad ognuno di coloro che acquisteranno una copia. In questo modo la diffusione dell’arte digitale potrà essere controllata da un sistema decentralizzato che traccia ogni singolo movimento delle sue opere: un’invenzione ingegnosa, senza dubbio, che si adatta bene alle esigenze di un mercato molto particolare. Per la verità si tratta di mercato anche molto lontano da quello su cui opera normalmente Swisscom, azienda che per lo più si occupa di telefonia e televisione.

Swisscom ha deciso di permettere a qualsiasi smart TV di installare NOOW, l’applicazione che permetterà al mercato di accedere a queste funzionalità. Non è ancora chiaro quale sia il modello di business effettivo, ma molto probabilmente l’azienda avrà una provvigione su ogni transazione certificata dai suoi token. In questo modo il colosso svizzero estende i suoi orizzonti, testando su una scala ridotta le implicazioni che blockchain e le criptovalute possono avere sul suo business.

La Svizzera è il posto per gli sviluppatori italiani?

Aziende che sviluppano progetti su blockchain, wallet come Bitbox, fondazioni e startup: la Svizzera continua ad essere il motore dell’espansione di queste nuove tecnologie in Europa. E condivide un confine, nonché una regione che parla la stessa lingua, con il nostro Paese. In Italia, se consideriamo le proporzioni tra le due nazioni, i progetti di questo tipo sono decisamente meno. Potrebbe essere una destinazione interessante per gli sviluppatori italiani di applicazioni e progetti basati sulla decentralizzazione informatica, ed il governo locale sembra anche ben disposto nei confronti di chi ha progetti interessanti da portare sul territorio.

 

Alessio Ippolito

Imprenditore digitale e giornalista - mi occupo di business online dal 2008. Sono il founder della ALESSIO IPPOLITO S.R.L., società proprietaria della testata Criptovaluta.it e del noto giornale finanziario TradingOnline.com, di cui ne sono anche il direttore responsabile.

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