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NFT: anno dei record! Crisi? | Dipende dai progetti…

2 anni fa
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Sempre più aziende sono pronte a brevettare i propri marchi per un utilizzo in chiave NTF, nonostante la situazione ribassista che continua a interessare DeFi e finanza tradizionale. A fotografare la situazione è Mike Kondoudis, avvocato specializzato in materia con licenza United States Patent and Trademark Office (USPTO).

Nonostante i Non Fungible Token abbiano fatto registrare un calo nei volumi di scambio, le richieste di brevetto sono salite significativamente. Da inizio anno le domande hanno superato quelle registrate durante tutto il 2021.

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NFT in grande forma, almeno per i grandi brand e i brevetti

I Non Fungible Token hanno la pellaccia dura e il maglione pesante. Sono in grado cioè di reggere all’inverno dei mercati, che non imperversa solo sul fronte cripto ma attanaglia feroce anche le piazze di scambio tradizionali. Sono proprio i NFT a dimostrarsi trainanti in tempi di crisi per tutti, stando all’analisi fornita da un personaggio di cui ci fidiamo, e presenza abituale sulle nostre pagine.

Stiamo parlando di Mike Kondoudis, avvocato specializzato in brevetti da utilizzare in ambito blockchain con licenza United States Patent and Trademark Office, l’equivalente americano del nostro Ufficio Brevetti e Marchi.

Il nostro ricorre di frequente a Twitter per aggiornarci sulle novità del settore, e questa volta snocciola dati interessanti. Dall’inizio dell’anno in corso sono passate all’esame degli ufficiali preposti oltre 6.000 domande di brevetto per progetti su NFT e metaverse, il 200% in più rispetto a quanto si registrava nel 2021.

Non bisognerebbe, in questa fase, guardare solo al prezzo

L’infografica parla chiaro: abbiamo raggiunto il picco a marzo, per poi assistere a un progressivo calo sulla scorta della direzione che hanno iniziato a intraprendere i mercati, destabilizzati anche da qualche FUD di troppo in area UE così come nel resto del mondo.

Inverno cripto, ma non solo

Ma l’inverno è imparziale, e ha colpito tanto gli scenari DeFi quanto la finanza tradizionale, con l’economia mondiale costretta a fare i conti con un quadro macroeconomico preoccupante, complici anche le recenti vicende geopolitiche e relativa instabilità indotta.

Da lì in poi i numeri mostrano un andamento in caduta, per arrivare a toccare il minimo nello scorso mese di settembre. Andamento che ha colpito tutti, con i big di comparto che fanno fronte alla situazione con investimenti e integrazioni sempre più importanti.

Ma nel quadro ribassista c’è chi va in controtendenza, con i progetti targati Solana che incassano più di 130 milioni contro i circa 68 di agosto. Il protocollo d’altronde ha stretto partnership importanti, che evidentemente hanno fatto da traino in un momento particolarmente complicato.

E potremmo ancora vederne delle belle

Progetti che soffrono e altri che salgono, ma tutti ancora solidi perché magari hanno saputo capitalizzare quando i mercati lo consentivano. Attori che si ritrovano oggi a investire incuranti dell’orso ancora a piede libero, e in attesa di una nuova fase positiva puntano tutto sulla ricerca e mettono in cantiere nuovi progetti.

Situazione analoga nei mercati di Bitcoin e criptovalute, dove c’è chi ritiene che il bear market sia una cosa buona, come sostiene Ryan Selkis e come testimoniano alcune sue recenti dichiarazioni, che ci siamo presi la briga di riportare e analizzare.

La chiave di lettura quindi non dev’essere quella ribassista, o almeno non necessariamente. Stando ai dati riportati da Mike Kondoudis, le domande di brevetto nel 2022 hanno superato abbondantemente quelle pervenute nel corso del 2021 all’USPTO. Asset sui quali puntare quindi, e in grado di sorreggere il comparto anche nei difficili momenti in corso.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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