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Il divulgatore Bitcoin nelle proteste iraniane | Carcere per Ziya Sadr

2 anni fa
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Ziya Sadr è stato arrestato a Teheran il 19 settembre scorso, e da quel momento è detenuto nel carcere di Fashafouyeh. Lo YouTuber e divulgatore Bitcoin iraniano sarebbe stato coinvolto nelle proteste scatenate dall’uccisione di Mahsa Amini, la ventiduenne percossa a morte dalle forze di polizia locali per non aver osservato la legge sull’obbligo del velo.

Alcune fonti tuttavia sostengono che Ziya Sadr quel giorno non si trovava nei luoghi dove è andata in scena la protesta. Il suo rilascio su cauzione inoltre sarebbe rallentato dalle deportazioni di massa ancora in corso.

Proteste in Iran che dunque incrociano anche uno dei simboli di libertà più importanti della nostra epoca, quel Bitcoin che ha come obiettivo principale quello di restituire la libertà a chi lo utilizza. Lo possiamo trovare su Crypto.comvai qui per ottenere il conto gratuito con bonus incluso – tramite il quale potremo acquistare direttamente $BTC anche da trasferire all’esterno della piattaforma.

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Le proteste iraniane incrociano Bitcoin

Ziya Sadr è stato arrestato dal regime iraniano lo scorso 19 settembre a quanto pare perché, ma il condizionale è d’obbligo, sarebbe stato in qualche modo coinvolto nelle proteste scatenate dalla la morte di Mahsa Amini. La giovane, lo ricordiamo, era stata arrestata il 13 settembre dalla polizia religiosa di Tehran per aver aver indossato indossato l’hijab in modo non consone a quanto previsto dalla legge. La famiglia ha potuto riabbracciare il cadavere tumefatto della ventiduenne solo tre giorni dopo, con Mahsa che sarebbe deceduta per un malore, stando alla versione delle autorità.

Ziya Sadr dentro per le proteste in Iran, che parlano ora la lingua di Bitcoin

L’episodio ha scatenato proteste di massa che sono finite ben presto sui media di tutto il mondo. Quanto sta accadendo in Iran è sotto gli occhi di tutti, anche se probabilmente non ci è dato sapere proprio tutto. Vicende come quelle di Ziya Sadr ad esempio continuano a rimanere avvolte nel mistero: l’appassionato divulgatore Bitcoin, stando a quanto riferiscono persone a lui vicine, il 19 settembre non si trovava nei luoghi in cui andava in scena la protesta.

Da quel giorno tuttavia l’esperto di blockchain e criptovalute si trova rinchiuso nel carcere di Fashafouyeh, e può in qualche modo comunicare con la famiglia. In questi giorni avrebbe dovuto uscire su cauzione, ma le autorità avrebbero sospeso la sua e le tante altre richieste a causa dei disordini ancora in corso.

Una situazione paradossale: il nostro in bocca al lupo a Ziya Sadr

Le forze dell’ordine iraniane sarebbero in difficoltà a causa dell’elevato numero di cittadini tradotti nelle strutture detentive, la cui amministrazione starebbe andando in tilt a causa di quella che si sta configurando come una vera e propria deportazione di massa.

Tra questi cittadini figura anche Ziya Sadr, descritto da Alex Gladstein come persona incredibilmente coraggiosa, che ha aiutato tantissimi suoi connazionali a capire e utilizzare le criptovalute.

Se è vero che Sadr non era presente agli scontri tra cittadini e forze dell’ordine, il suo arresto potrebbe far sorgere qualche dubbio. Accreditate fonti si interrogano sulla vicenda, domandandosi se ci possa essere una correlazione tra il fermo e la sua attività divulgativa. Il regime iraniano potrebbe non vedere di buon occhio l’utilizzo di Bitcoin come strumento per godere di una totale libertà da un punto di vista finanziario.

Eppure abbiamo assistito a un’accelerazione decisa da parte dell’Iran, verso l’adozione delle criptovalute a livello statale. Sul finire di agosto il governo aveva formalmente autorizzato l’utilizzo delle cripto per scambi commerciali internazionali.

Nelle settimane precedenti il Paese aveva autorizzato una prima transazione dal valore di 10 milioni di dollari, mentre più di recente i legislatori hanno affrontato il tema del mining Bitcoin, prevedendo però un sistema di censimento piuttosto rigido. Iran che va sempre in direzione Bitcoin ma non mancando di suscitare qualche dubbio proprio sul fronte libertà, come la vicenda del mining regolamentato ci ricorda.

Non sappiamo se Ziya Sadr possa in qualche modo rappresentare un tassello scomodo in questo quadro, sarà forse il tempo a darci le risposte. Continueremo a seguire la vicenda.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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