Istanbul vuole diventare crypto hub di riferimento a livello internazionale. Il Paese che ci collega con l’Oriente spinge per supportare le startup Web3, e l’adozione delle criptovalute cresce progressivamente. Tutto questo, grazie a una comunità in crescita che esorta il governo a intervenire.
Uno dei motivi che hanno contribuito a una capillare diffusione dei crypto asset è senz’altro l’inflazione che attanaglia l’economia locale ormai da diversi anni. In Turchia un vero e proprio esercito di sviluppatori, investitori, semplici appassionati e aziende del comparto è pronto ad approfittare del mercato ribassista per far fare al Paese il grande salto.
Una città centro economico di un paese molto attento al mondo cripto anche per l’inflazione rampante che lo ha colpito. E centro che seguiamo da tempo su queste pagine proprio per i suoi spunti cripto. Spunti cripto sui quali possiamo investire anche con Capital.com – vai qui per ottenere un conto virtuale gratuito con il MEGLIO del MERCATO CRIPTO – intermediario che ci permette di investire su 140+ cripto asset.
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La Turchia vuole prendersi le cripto
Siamo partiti in ritardo, ma stiamo crescendo rapidamente. Così Turan Sert sintetizza lo status quo del suo Paese, se si parla di blockchain e Web3. Il consulente, autore e accademico alla Bahcesehir University con una cattedra in finanza decentralizzata descrive la Turchia come un Paese in cui l’evidente fervore intorno alle criptovalute ancora non si traduce appieno in un ambiente favorevole per sviluppatori e startup Web3.
Un’esortazione ad agire rivolta al governo, e insieme una fotografia di quanto Bitcoin e criptovalute più in generale abbiano ormai attecchito in ampi strati di popolazione. Il motivo principale di tale fenomeno va ricercato nell’inflazione che ha colpito l’economia locale, e che ha fatto sentire i propri disastrosi effetti sulla popolazione per tanto tempo.
Nel nostro Paese gran parte comunità sa che col sistema finanziario tradizionale non potrà più permettersi l’acquisto di beni essenziali quali la casa o una nuova automobile. Non è difficile capire come l’interesse verso le criptovalute aumenti di giorno in giorno.
Il giornalista ed economista Erkan Öz ci offre un quadro abbastanza chiaro della situazione che stanno vivendo i cittadini turchi, e di come vedano nei crypto asset la via d’uscita a una situazione altrimenti poco sostenibile.
Una situazione che tuttavia sarà destinata a rimanere tale finché il governo non interverrà con una regolamentazione che sia in grado di proteggere gli investitori e favorisca l’adozione di criptovalute a livello centrale.
Inflazione, ma non solo
Erkan Öz punta il dito sull’inflazione quindi, ma anche su un governo che stando alle sue parole dovrebbe agire in fretta. Ma la comunità turca che ruota intorno a criptovalute ed Ethereum in particolare ha individuato altre iniziative da porre in atto, in attesa di una concreta azione di governo.
La prima in lista risponde al nome di Devcon, evento divulgativo a firma $ETH che sta animando in questi giorni Bogotá. I turchi sarebbero fortemente interessati ad ospitare la prossima edizione di Devcon proprio per il grande fermento intorno alla DeFi che si registra in patria.
Istanbul dovrebbe ospitare la manifestazione perché circa 8 milioni di turchi detengono e utilizzano criptovalute, per la sua strategica collocazione geografica che la rende facilmente raggiungibile dall’Asia quanto dal vecchio continente, e perché la comunità si stringe intorno agli oltre 40 club blockchain universitari attivi nel Paese. Solo due anni fa se ne contavano appena 10, segno che la comunità è in crescita e con essa arriveranno ben presto startup e sviluppatori pronti a operare in patria. Sarà sufficiente tutto questo per convincere gli organizzatori di Devcon, ma soprattutto il governo locale, che i tempi per il cambiamento sono maturi?