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Bitcoin è a prova d’inflazione? | Cosa succede a BTC domani se…

2 anni fa
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Ci siamo: domani, e cioè giovedì 13 ottobre, ci saranno i due dati che speculatori e investitori, tanto su Bitcoin quanto sul resto del comparto, attendono da tempo. Durante le prime ore della mattina conosceremo infatti i dati che arrivano da Francoforte, e poi quelli che arrivano da Washington, in una tornata legata ai dati sull’inflazione da far venire l’ansia anche ad un santone.

Dati importanti perché indirizzeranno le scelte delle prossime settimane e dei prossimi mesi da parte delle principali banche centrali, da Federal Reserve a quelle meno importanti. Il tutto mentre sui mercati continuano a maturare serie preoccupazioni per la situazione delle finanze pubbliche del Regno Unito e mentre non sembra si veda ancora uscita da questa crisi.

Situazione preoccupante sotto diversi aspetti, ma sulla quale in molti, in particolare nella giornata di domani, si lanceranno per fare qualche trade produttivo, magari di breve periodo. Una situazione molto particolare che possiamo affrontare con eTorovai qui per ottenere un conto virtuale gratuito con il meglio che il mercato offre per il TRADING – intermediario che ci propone 78+ cripto scelte tutte tra le migliori del mercato e che presenta anche la possibilità di investire con strumenti fintech avanzati, nonché automatici.

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Giovedì 13, la paura fa 90

Un tranquillo giovedì di paura. È questo quello che attende gli investitori su Bitcoin, sul resto del mondo cripto e più in generale su tutti gli asset di rischio. A far tremare anche le ginocchia più solide ci sarà la doppia tornata di dati sull’inflazione. Al mattino quelli che arrivano dalla Germania, mentre subito dopo pranzo, ora italiana, quelli che raccontano dell’economia USA, con i secondi che per ovvi motivi sono i più importanti da seguire.

Occhi puntati su Germania e USA
  • Le aspettative

Come sempre i mercati reagiranno rispetto alle aspettative che si sono formate sui mercati. Per quanto riguarda l’inflazione annuale in Germania, ci si aspetta la conferma di un dato vicino al 10%, mentre quella mese su mese dovrebbe attestarsi, sempre secondo le aspettative, intorno ad un 1,9%. Situazione molto più preoccupante, almeno in termini di numeri assoluti, di quella che ci si attende negli USA.

Per quanto riguarda le aspettative dei mercati sull’inflazione USA abbiamo infatti un 6,5% su base annua e un magro, si spera, 0,5% su base mensile. Si tratterebbe comunque anno su anno di un aumento rispetto all’ultimo dato.

  • Perché sono dati importanti?

Perché condizioneranno le scelte in termini di rialzi dei tassi da parte delle principali banche centrali del mondo. Federal Reserve non sembra sia pronta al pivot, ovvero al tirare i remi in barca e interrompere una politica di fortissimi rialzi dei tassi in un breve periodo. Situazione più incerta in Europa, dove preoccupa la possibile tenuta a fronte di un’economia interna che barcolla anche a causa di problemi energetici.

Se i dati sull’inflazione dovessero rivelarsi come meno alti, potremmo assistere anche ad un rally di breve periodo su tutti i principali mercati di rischio. Tutto questo mentre la tensione è alle stelle anche per questioni che riguardano molto da vicino i conti pubblici UK e una situazione, della quale si parla pochissimo, difficile da decifrare anche in Giappone.

Il grande malato è il Regno Unito?

Gli occhi di tutti gli analisti sono puntati sul Regno Unito e sui (disperati) tentativi della Bank of England di tenere insieme con interventi sul mercato tanto la Sterlina quanto il valore dei bond nazionali. Una situazione che è stata per diverse volte ai limiti del collasso durante questa e la precedente settimana.

Il tutto, almeno per il momento, ripianato con interventi massicci di acquisti di titoli di stato e anche di immissione di liquidità. Piani che però erano provvisori e che venerdì dovrebbero essere interrotti. Emblematico ieri l’invito del leader della BoE che ha invitato i fondi pensione a mettersi a posto entro venerdì. Segno questo di una situazione che sebbene molto grave potrebbe essere recuperabile, sebbene su un orizzonte temporale assolutamente stretto e fonte di ulteriore preoccupazione per tutti gli investitori.

In una situazione del genere è comunque ottima la tenuta di Bitcoin

Dall’inizio di ottobre Bitcoin ha performato, seppur in leggera flessione, meglio dell’indice NASDAQ 100 e perfettamente in parallelo con SPX 500. Una situazione che con la tensione alle stelle e con gli asset di rischio che sembrano essere i primi a finire sul banco del macellaio, sarebbe stata impossibile anche soltanto da pensare fino a qualche settimana fa.

Segno di una forza strutturale del comparto, che nonostante gli strali degli analisti della vecchia scuola continua a rappresentare un’alternativa relativamente solida ad altre categorie di asset. Storicamente, almeno nel corso degli ultimi 2 anni, Bitcoin si è quasi sempre comportato come un NASDAQ a leva, ovvero amplificando tanto al rialzo quanto al ribasso quello che avviene sulla borsa tech per eccellenza del mondo azionario. Non è stato così questa volta, con le performance di $BTC che sono state sensibilmente migliori.

Non è ancora possibile parlare di decoupling, ma è comunque un segnale di moderato ottimismo. E con dati sull’inflazione non disastrosi domani, potremmo anche toglierci qualche soddisfazione.

Il segnale più interessante però che emerge è quello che riguarda la solidità potenziale di lungo periodo. Questo è un bear market, e su questo non ci piove; la vera novità è che oggi nessuno, nonostante le pessime condizioni macro, si sentirebbe sicuro nel dichiarare che stiamo vivendo gli ultimi giorni o gli ultimi mesi di Bitcoin. Tutt’altro: ci sarà probabilmente da divertirsi una volta che le nubi che coprono il cielo si saranno dileguate. Ma questo, purtroppo, non dipende ancora da Bitcoin, ma da quello che comincerà ad emergere dai dati sull’inflazione attesi per domani.

Noi saremo a parlarne in live sul nostro Canale Youtube insieme a Filippo Angeloni, esperto di investimenti nel settore, insieme al quale commenteremo i dati appena arrivati dagli USA mentre sui mercati, prevedibilmente, si registrerà volatilità ai massimi livelli. Vi aspettiamo!

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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