OpenSea si rende autore dell’ennesimo colpo grosso e aggiunge Avalanche al già nutrito e prestigioso elenco di blockchain supportate. Col mercato NFT in flessione quella delle alleanze strategiche si conferma la soluzione ideale, come dimostra l’accordo che vede coinvolte le due importanti piattaforme.
Tutte le collezioni NFT coniate su Avalanche troveranno spazio su OpenSea, che si appresta ad accogliere le future raccolte che arriveranno da casa $AVAX. L’operazione inoltre potrebbe attrarre l’attenzione di molte aziende che ancora non hanno compiuto la loro evoluzione in chiave Web3, e che potrebbero rompere gli indugi e scegliere il prestigioso duo per affacciarsi in orbita NFT e criptovalute.
Un ottimo segnale bullish anche per $AVAX, sul quale possiamo investire anche con eToro – vai qui per ottenere il tuo conto gratuito di prova con il meglio del mercato a disposizione – per un intermediario che offre anche TRADING AUTOMATICO su 78+ asset cripto già inseriti a listino.
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L’annuncio è di quelli importanti, e potrebbe generare effetti virtuosi per il comparto stesso. L’accordo tra OpenSea e Avalanche rappresenta quanto di più concreto si possa immaginare, nel momento in cui si inizia a discutere di sistemi multichain.
L’oggetto della news è poi qualcosa di estremamente grosso, come volumi, oltre che concreto. OpenSea, che non ha certo bisogno di presentazioni, è il più grande marketplace NFT in circolazione. L’abbiamo visto di recente acquisire un protocollo dietro l’altro per alimentare la sua posizione dominante e combattere la flessione dei mercati al grido l’unione fa la forza, antico adagio dall’incredibilmente attuale collocazione.
Dall’altra parte abbiamo Avalanche, protocollo che potremmo definire all-in-one che a proposito di alleanze può vantare l’endorsement del World Economic Forum, non esattamente un soggetto preso dalla strada, che l’ha inserito nella lista bianca dei progetti green su cui puntare.
La loro unione permetterà di portare su OpenSea tutte le raccolte NFT coniate su Avalanche, col ciclope dei marketplace pronto ad ospitare quanto di buono arriverà da $AVAX dal momento in cui l’unione potrà dirsi operativa.
Unione che, come è lecito aspettarsi, è stata accolta da ambo le parti con tutto l’entusiasmo del caso. Le reazioni raccolte sui due fronti convergono in un’unica, rosea prospettiva.
Il futuro del nostro settore è sempre più multichain. Abbiamo sempre creduto in questo approccio così da poter offrire agli utenti la massima libertà di scelta: possono connettersi con i progetti e con i creatori di contenuti che preferiscono, attraverso la blockchain che ritengono più opportuna.
Abbiamo così riassunto il pensiero di Shiva Rajaraman, vicepresidente di prodotto in OpenSea, che trova una sponda altrettanto convinta nelle dichiarazioni di John Wu. Il presidente di Ava Labs sottolinea il grande sostegno di cui gode il suo progetto nei confronti del pubblico. La sua comunità reclamerebbe il nome di OpenSea a gran voce, e per comunità non intende solo il peraltro numeroso pubblico di appassionati NFT e collezionabili digitali.
Wu parla chiaramente di un considerevole numero di aziende a lui vicine che vorrebbero entrare nel Web3, e che si lascerebbero convincere dalla validità del progetto con cui la sua azienda si sta legando a OpenSea. I potenziali clienti sarebbero rimasti finora cauti perché dovrebbero poter contare su blockchain e protocolli altamente scalabili per elaborare rapidamente e in totale sicurezza l’enorme mole di dati che il loro bacino commerciale è potenzialmente in grado di generare. L’unione tra i due colossi potrebbe portare più di un’azienda vecchio stampo a rompere gli indugi, con evidenti vantaggi d’immagine e di mercato per l’intero comparto.
Il tutto mentre il resto del mercato “classico” soffre, con CNN che ha chiuso in fretta e furia la sua piattaforma e tanti altri che dovranno fare i conti con quanto accade nel mondo cripto in termini anche di concentrazione per i servizi più avanzati. Come quelli del marketplace OpenSea.
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