Elizabeth Warren torna a puntare il dito su Bitcoin e sul suo impatto ai danni dell’ambiente e della rete elettrica pubblica. La senatrice che rappresenta il Massachusetts al Senato guida l’ennesima cordata di Democratici in cui interroga l’Electric Reliability Council of Texas circa emissioni CO2, cambiamento climatico e stabilità della rete elettrica locale, con $BTC di nuovo sul banco degli imputati.
Regolamentate il mining, o sarà la fine per tutti. E intanto, in Texas si mina a impatto zero, mentre i sindaci si organizzano per riscuotere i tributi locali in Bitcoin.
Bitcoin sicuramente è fastidioso per qualcuno, che si trincera spesso dietro questioni ambientali per attaccarne l’indipendenza. Il lato interessante però è che Bitcoin se ne infischia e ormai non reagisce affatto agli attacchi della politica. Possiamo investirci con eToro – vai qui per ottenere un conto virtuale gratuito con TRADING AUTOMATICO INCLUSO – intermediario che offre Bitcoin ma anche 78+ cripto asset.
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La Warren proprio non riesce a digerire qualcosa che non può controllare. E Bitcoin è quanto di più lontano dal poter essere controllato, se parliamo di economia e finanza in senso lato.
Abbiamo parafrasato alcune dichiarazioni con cui Ted Cruz descrive la collega Democratica che rappresenta il Massachusetts al Senato degli Stati Uniti dal 2013, e che dal 2021 sembra nutrire una vera e propria ossessione per il mining Bitcoin e per il suo catastrofico impatto energetico.
Sulla scia della crociata intrapresa da circa un anno, la senatrice torna oggi alla carica. Lo fa con una lettera, scritta insieme ad alcuni compagni di partito, e indirizzata all’Electric Reliability Council of Texas (ERCOT). I Democratici interrogano il gestore della rete elettrica texana che fornisce il 90% del carico elettrico locale.
La missiva esorta il CEO Pablo Vegas a dichiarare quanto il mining, in particolare quello di Bitcoin, impatti sulla stabilità della rete elettrica, quanta CO2 emette, e quali responsabilità avrebbe nel più ampio e complicato tema del cambiamento climatico. Quest’ultimo punto effettivamente sa di delirio, ma siamo in politica e in questi ambienti spararla grossa vuol dire in genere mostrare i muscoli. In maniera discutibile peraltro, ma andiamo avanti.
ERCOT dovrebbe inoltre quantificare i sussidi elargiti alle società di mining, in base ai contratti legalmente stipulati tra le parti. Secondo la senatrice alcune aziende avrebbero guadagnato più da tali sussidi che non dalla vendita di Bitcoin. Cosa che effettivamente in alcuni periodi può accadere, sempre in base ai contratti in essere.
Il gestore sostanzialmente pagherebbe le aziende per ridurre il loro consumo energetico nei momenti in cui la domanda locale raggiunge i suoi massimi. Così come da contratto, per l’ennesima volta. Per la Warren l’industria crypto si sta trasferendo in Texas perché attratta dai bassi costi dell’energia elettrica. Dopo questa scoperta dell’acqua calda potremmo chiuderla qui, ma andiamo avanti ricordando alla senatrice e alla sua cordata di detrattori che quanto sopra è perfettamente legale, e in alcuni casi aiuta a recuperare energia che andrebbe altrimenti dispersa.
Ma lei non ci sta, e pur di fronte all’ovvio sostiene che l’attività di mining potrebbe rappresentare un serio pericolo per la stabilità della rete elettrica texana. A questo punto i casi sono due: o i texani di ERCOT sono stupidi, oppure Warren e i co-firmatari della missiva si sono resi autori dell’ennesimo attacco strumentale nei confronti di Bitcoin.
Prendiamo Pablo Vegas in rappresentanza di ERCOT, per capire quale delle due affermazioni è vera. Vegas è CEO della società dal 1 ottobre, già vicepresidente esecutivo di NiSource Inc, e direttore operativo per AEP Texas dal 2008 al 2010.
Laureato allUniversità del Michigan, fa parte del CDA di 8 aziende, oltre all’incarico in ERCOT. È amministratore di Northwest Bancshares, è stato fiduciario per Ohio Chamber of Commerce, fiduciario per United Way of Central Ohio e così via per un curriculum che tutto sembra, tranne quello di uno stupido.
La Warren, che era già salita sul banco degli accusatori per cavalcare la popolarità di Bitcoin a suo vantaggio politico, si lancia nell’ennesima crociata, questa volta sulla scorta dell’attualissimo tema della sostenibilità ambientale.
E interroga Pablo Vegas sulla tenuta del sistema elettrico texano. Qualcosa ci dice che il CEO fresco di nomina saprà risponderle punto su punto. Qualcosa ci dice che questa volta la Warren si sta infilando in una vicenda che potrebbe diventare, per lei, imbarazzante. Tralasciando le sconclusionate argomentazioni, rischia di diventare ancor più impopolare in uno Stato che invece vorrebbe adottare Bitcoin per riscuotere i tributi locali. Segno che, laggiù in Texas, quasi nessuno la vede come lei.
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