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Bitcoin di Stato? Nessuno lo vuole… negli USA! | ecco cosa dice FED

2 anni fa
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Qualcuno dalle parti di Federal Reserve finalmente dice le cose come stanno e ricorda ad un pubblico ormai sempre più assuefatto che di Bitcoin di stato non c’è bisogno, ammesso che così possano essere definitive le CBDC, ovvero le valute digitali che tutte le principali banche centrali del mondo stanno testando o addirittura già implementando.

A parlare è Christiphoer Waller, uno dei governatori di Fed, che ha detto a chiare lettere che gli Stati Uniti non hanno bisogno di un dollaro digitale. E finalmente qualcuno, nel silenzio assenso generale che invece abbiamo in Europa, cambia rotta, seppur dall’altra parte dell’oceano.

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Parla uno dei governatori del Board di Fed: No al Dollaro Digitale

Un gioco a tre sponde. Da un lato la Cina, che ha già implementato il suo Yuan Digitale e che lo integrerà all’interno di un complesso sistema di social credit score, sull’altro l’Unione Europea, che vuole imporre l’Euro Digitale alla popolazione residente con discussioni che sono avvenute solo ai piani alti di BCE e sull’ultimo gli Stati Uniti, dove il malcontento verso un eventuale Dollaro Digitale comincia a montare.

CBDC a rischio negli USA, mentre in Europa…

A parlare questa volta è Christopher Waller, che si scaglia conto quello che in molti stanno pubblicizzando come una sorta di Bitcoin di stato ma che in realtà non lo è neanche alla lontana.

I fattori che supportano la supremazia del dollaro non sono tecnologici, ma includono l’offerta ampia e la liquidità del mercato dei bond USA e la stabilità di lungo periodo del sistema politico ed economico degli USA. Nessun altro paese è comparabile agli USA su questi fronti e una CBDC non cambierà questo.

Queste le parole chiare e cristalline di Waller, che poi ha aggiunto:

Ci sono degli sforzi importanti a livello internazionale per migliorare i pagamenti trans-nazionali in molti modi, con la grande maggioranzaz di questi miglioramenti che non arrivano dalle CBDC, ma dai metodi di pagamento esistenti.

Anche qui poco da contestare a Waller, che così azzera le motivazioni utilizzate dai sostenitori delle CBDC, non è chiaro se per ignoranza oppure come cavallo di Troia per obbligare i cittadini all’utilizzo di un sistema monetario basato sulla vigilanza totale da parte della politica di ogni singolo spostamento in denaro.

Complimenti anche per gli stablecoin

Curiosa inoltre la posizione di Waller, almeno rispetto a quelle che siamo abituati a leggere in Europa anche dagli alti papaveri della Banca Centrale Europea, per quanto riguarda i principali stablecoin.

[…] potrebbero aumentare la supremazia del dollaro invece che ridurla all’estero, in quanto la domanda per gli stablecoin aumenta la domanda per asset di riserva che siano denominati in dollari, così come conservati da chi gli stablecoin li emette.

Anche qui una posizione logica e difficilmente contestabile, tant’è che siamo certi saranno in pochi, tra i banchieri centrali nostrani, a poter attaccare quanto affermato da Christopher Waller, che pur dovrà saperne qualcosa di come funziona il sistema di pagamenti internazionale e anche quello monetario.

Informarsi per non diventare carne da macello monetaria

Rimane, almeno ad avviso di chi vi scrive, l’assoluta necessità di rimanere informati su questi specifici aspetti del mondo monetario che verrà, in particolare se viviamo in Europa, dato che nell’area Euro sembra si sia ormai deciso di procedere rapidamente all’implementazione di queste soluzioni.

Così rapidamente dal non prendere affatto in considerazione le pur legittime contestazioni di questa evoluzione tech dell’Euro, che porterà con sé poteri enormi per ECB e per i paesi membri di controllare ulteriormente la loro popolazione. La battaglia si è appena aperta e l’informazione è una delle armi per combatterla.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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