+ESCLUSIVA CRIPTOVALUTA.IT+ Lugano come El Salvador? No, per quanto dal 3 marzo in poi, data che ha sancito il lancio di Lugano Plan B, di confusione ne sia stata fatta tanta. Primo: a Lugano non si parlerà di legal tender, ma “soltanto” di legal tender de facto. Secondo: le condizioni entro le quali si svilupperà il Lugano Plan sarà legalmente ed economicamente diverso.
Nel nostro recente viaggio a Lugano abbiamo raccolto testimonianze anche in questo senso. Testimonianze che abbiamo raccolto nella nostra intervista a Pietro Poretti, Direttore dello Sviluppo Economico di Lugano e a Robert Bregy, Segretario Comunale sempre presso Lugano.
Ci sono differenze? Assolutamente sì. E sono sostanziali e non solo di facciata. E sarà interessante vedere anche come si svilupperanno in futuro, tanto per Bitcoin quanto per il suo rapporto con enti pubblici, stati, cantoni ma anche comuni.
Ad El Salvador vanno sicuramente riconosciuti degli ampi meriti per quanto riguarda la sua apertura a Bitcoin come valuta avente corso legale. A Lugano però le cose saranno fatte diversamente, per quanto tante cronache post 3 marzo abbiano assimilato le due esperienze.
Già dalla prima comunicazione targata Comune di Lugano e Plan B, le cose erano state messe relativamente in chiaro. A Lugano non si sarebbe potuto parlare di Legal Tender, ma soltanto di Legal Tender de facto.
Bisogna fare una una precisazione su qualcosa che non è stato tanto compreso quando abbiamo fatto l’annuncio il 3 marzo. Il 3 marzo, quando abbiamo fatto la conferenza stampa anche con Paolo [Ardoino, NDR] e con il Sindaco, durante la quale abbiamo annunciato il Plan B, si è annunciato un progetto e una visione. Il giorno 3 marzo c’era il nulla. […] Questo non è stato molto recepito all’esterno. […] Il discorso del legal tender “de facto” era legato al fatto che la città avrebbe accettato qualunque tipo di pagamento, anche appunto in Bitcoin, Luga e Tether e noi avremmo spinto affinché anche i commercianti facessero altrettanto.
Questo il commento su quanto fu annunciato lo scorso 3 marzo, che ci arriva proprio da Robert Bregy e che conferma quanto a tempo avevamo scritto su queste pagine. In tutta la Confederazione Svizzera rimane dunque il Franco Svizzero CHF l’unica valuta avente corso legale, con Lugano che può però concedersi la libertà di ricevere pagamenti per imposte, ingressi e anche affitti pubblici in Bitcoin e nelle altre due criptovalute che sono supportate.
La differenza con quanto avviene ad El Salvador è lampante già in questo caso, perché nel paese governato da Nayib Bukele, fatta eccezione per le attività di dimensioni tali da non potersi permettere la cosa sul piano infrastrutturale, sono tecnicamente tutti tenuti ad accettare Bitcoin, anche tra i privati. Qualcosa che a Lugano non si può (e probabilmente non hanno voluto) fare. E che non dovrebbe però squalificare il progetto. Anzi, sarebbe il caso di riconoscere nell’adesione libera qualcosa che è, almeno ad avviso di chi vi scrive, più in linea con quello che Bitcoin rappresenta idealmente.
Per ora ci sarà un’altra differenza sostanziale. A El Salvador il governo detiene tuttora riserve in Bitcoin e anzi ne acquista anche con relativa regolarità. Dall’altro lato il governo salvadoregno gestisce un fondo in USD e BTC che utilizza per la conversione di chi vuole, ricevuti i Bitcoin, passare dai Bitcoin ricevuti al dollaro USA, che è – lo ricordiamo – valuta avente corso legale nel paese.
A Lugano invece, almeno secondo le leggi federali e cantonali attualmente in vigore, il Comune di Lugano dovrà convertire automaticamente i Bitcoin ricevuti.
Ad oggi li deve convertire in franchi. […] Questo è dato dal quadro legale, che al momento non permette ancora di gestire una tesoreria… comunque ritengo che sarà un tema che andrà affrontato e sviscerato.
Anche su questo tema Robert Bregy ha contribuito a chiarire la situazione, aggiungendo però che si arriverà al punto di discuterne altre sedi. E sarebbe uno degli effetti collaterali positivi del Plan B di Lugano per il resto della Svizzera.
Abbiamo già parlato dell’economia circolare di Lugano, che permetterà a tutti i residenti di pagare le imposte comunali. A El Salvador, almeno sulla carta, l’economia dovrebbe essere ancora più circolare intorno a Bitcoin per due ordini di motivi.
Il paese dipende per una parte importante della propria economia proprio dalle rimesse dei salvadoregni all’estero. Bitcoin in questo senso può essere un vantaggio, perché offre commissioni più ridotte, tra le altre cose ad una popolazione che complice un bonus in avvio ha scaricato in gran numero il “wallet di stato”.
L’obbligo è, almeno in una certa misura, per tutti. E dunque al contrario di quanto potrebbe avvenire a Lugano, sarà più difficile sottrarsi. A Lugano l’adesione è assolutamente volontaria.
Tuttavia quanto avviene sulla carta non dovrà trarci in inganno: Lugano ha un’economia molto più forte, poteri di attrattiva decisamente maggiori e inserirà l’apertura di Bitcoin in un contesto economico più interessante.
Ci sarà anche l’hub, del quale torneremo a parlare a breve, che incorporerà start-up e anche società già avviate. Se dovessimo puntare un gettone, forse lo faremmo su Lugano, per quanto l’obbligo in vigore a El Salvador potrebbe trarre in inganno.
Da un lato però, senza nulla togliere al gesto rivoluzionario, un’operazione anche di pubblicità politica, dall’altro un progetto che, per quanto abbiamo potuto toccare con mano, decisamente più solido. E che poggia su un’area d’Europa unica decisamente unica per posizione geografica, per reddito prodotto e anche per soggetti coinvolti. Ne sapremo di nuove e di belle a fine ottobre, quando il 28 e il 29 ottobre ci saranno ulteriori novità che arriveranno sempre da Lugano.
In Russia trovata la sintesi per la tassazione su Bitcoin e crypto. Si parte…
I giudici californiani ritengono le DAO per profitto organizzazioni societarie. E ora tutti dovranno…
Si parte: da domani 19 novembre ok per le opzioni sugli ETF Bitcoin negli…
In Russia trovata la sintesi per la tassazione su Bitcoin e crypto. Si parte…
I giudici californiani ritengono le DAO per profitto organizzazioni societarie. E ora tutti dovranno…
ChainLink cresce del 31% a novembre, grazie ai progetti Trump e all'uso come oracolo.…
Si parte: da domani 19 novembre ok per le opzioni sugli ETF Bitcoin negli…
Cronos registra +141% a novembre, sostenuto da eventi politici, breakout tecnico con tentativo di…
Solana lanciata verso i nuovi massimi. E si torna a parlare di sorpasso ai…
Vedi Commenti
Ciao Gianluca, ti faccio un domandone per vedere se ho capito bene.
Se un esercente, ammettiamo un bar che si affaccia sul fantastico lago che in Italia si chiama Ceresio, decide volontariamente di accettare btc come pagamento può tenerlo in cassa senza convertirlo in franchi.
Se quell'esercente decide di pagare le sue tasse in btc può farlo ma il comune ha l'obbligo di convertirlo immediatamente in franchi.
Ho capito o non ho capito una cippa?
È così
👍