+ESCLUSIVA CRIPTOVALUTA.IT+ Continuano i nostri speciali dedicati al Plan B di Lugano, il complesso di norme e iniziative che renderà la città ticinese uno dei centri più importanti del mondo per quanto riguarda Bitcoin. Non c’è soltanto però soltanto Bitcoin ad essere in ballo: i più attenti dei nostri lettori sapranno già che oltre a $BTC sarà supportato nel territorio comunale anche Tether, insieme allo stablecoin locale LUGA, ancorato quest’ultimo al Franco Svizzero.
Se la scelta di incorporare Bitcoin e Luga apparirà come evidente e chiara a tutti, ci sarà da discutere in modo più approfondito del perché anche Tether, che è ancorato al Dollaro USA, è entrato a far parte della partita.
In realtà c’è molto di Tether in questa iniziativa – e ne abbiamo discusso direttamente con Robert Bregy, Segretario Comunale di Lugano, insieme a Pietro Poretti, direttore dello sviluppo economico sempre di Lugano.
Non si parlerà soltanto la lingua di Bitcoin a Lugano per il Plan B. Il comune a pochi chilometri dal confine italiano ha infatti già inserito all’interno dei suoi piani in realtà un trittico di criptovalute. Di $BTC ne abbiamo già abbondantemente parlato, Luga sarà invece oggetto di approfondimento in sede separata, mentre qui ci occuperemo dell’integrazione di Tether, il primo stablecoin per capitalizzazione di mercato e legato a doppio filo ad un luganese almeno di residenza come Paolo Ardoino. Paolo Ardoino che è stato parte integrante di almeno parte del piano che si è andato a sviluppare, come ci ha appunto raccontato proprio Robert Bregy.
Abbiamo organizzato un evento. Un evento al quale ha partecipato anche Paolo Ardoino, che noi non conoscevamo e che è rimasto stupito di quello che avevamo fatto a Lugano. Lui era sul territorio ma noi non lo conoscevamo e abbiamo iniziato a confrontarci e abbiamo deciso di lanciare Plan B.
Il coinvolgimento dunque diretto non solo dell’uomo forse pubblicamente più rappresentativo di Tether, ma anche di Tether in termini di supporto all’interno di una partnership tra le parti.
Tether è l’entità. Il municipio ha protocoll di intesa con Tether, che è partner strategico e tecnologico.
Con la partnership che, come ci ha ricordato Pietro Poretti, è disponibile sul sito del Plan B e che può essere liberamente consultato.
Da un lato dunque la forza del Dollaro sui mercati internazionali, dall’altro la partnership strategica con Tether anche sul piano tecnologico. E nel complesso pertanto il trittico della menesta stabile per eccellenza, il Franco Svizzero con Luga, la più forte delle valute internazionali, il Dollaro USA con Tether e la valuta digitale e sicura per eccellenza Bitcoin.
Abbiamo avuto anche modo di chiedere ai diretti interessati come il Comune di Lugano si sia approcciato alle tante polemiche che ciclicamente vanno a colpire Tether e tutto quello che ci gira intorno. Polemiche che avranno avuto un rilievo nella scelta di quello che rimane un soggetto pubblico e che deve rendere conto non solo alla cittadinanza, ma anche a leggi più restrittive di quelle che regolano il comportamento dei privati.
Tether non vende nulla alla città di Lugano. Non c’è rapporto economico. Non c’è una prestazione di servizio, ma appunto il credere in un progetto. La lettera di intenti permette a chi l’ha sottoscritta di sganciarsi in qualunque momento e ha anche un paragrafo che riguarda la parte più etica e di comportamento dei partner.
E continua ancora Robert Bregy
Noi abbiamo messo sul tavolo tutto e abbiamo detto: “Noi non abbiamo degli elementi, come città di Lugano, non abbiamo elementi per muovere delle accuse o delle critiche nei confronti di Tether. L’opinione pubblica è molto spaccata: ci sono i fan di Tether che solitamente sono quelli nativi del mondo cripto […] e c’è tutta la parte invece legata magari ad aspetti più tradizionali, ad un approccio più conservativo che vanno contro. Noi finché non abbiamo elementi per giudicare in maniera negativa non facciamo il processo alle intenzioni.
Chiusa così anche la polemica, in realtà ormai stanca, sulla solidità di Tether e sulla sua trasparenza. Ora anche a Lugano la stella di Paolo Ardoino e in realtà di tanti altri potrà brillare. Senza quei mugugni, senza quei non detti, senza quegli atteggiamenti talvolta ai limiti del mafioso da parte di una concorrenza che, talvolta, sembra davvero non sapere che pesci pigliare.
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