Gli utenti che dispongono di una connessione 5G trascorrono più tempo sul metaverse e in piattaforme che sfruttano la realtà estesa rispetto a quanto non facciano gli omologhi alle prese con il 4G.
A rivelarlo è uno studio condotto da Ericsson, che ha intervistato 49.000 consumatori dislocati su 37 diversi paesi nel mondo. Il gigante delle telecomunicazioni snocciola nel suo rapporto interessanti dati che potrebbero dare un’idea delle future declinazioni tecnologiche del metaverse, tecnologia ancora lungi dall’essere sfruttata appieno. I dati sarebbero rappresentativi delle opinioni di oltre un miliardo e mezzo di utenti sparsi in tutto il mondo.
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Sei consumatori su 10 sono convinti che la tecnologia del 5G sia essenziale al pieno sviluppo del metaverse: una connessione veloce è fondamentale affinché questa tecnologia possa maturare al punto di mostrare tutte le sue potenzialità. Questo è uno degli aspetti portati alla luce da uno studio condotto da Ericsson, che a partire dal 2019 ha intervistato 49.000 utenti in 37 paesi nel mondo.
Tra essi, chi dispone di una connessione 5G passa più tempo nel metaverse e su applicazioni basate su realtà estesa rispetto a chi invece si connette sfruttando la tecnologia 4G. I dati, secondo il colosso svedese delle telecomunicazioni, sarebbero rappresentativi delle opinioni di 1,7 miliardi di persone.
Una parte per il tutto, con gli intervistati che non hanno dubbi: chi naviga in 5G è decisamente più interessato a esplorare tecnologie e piattaforme che promettono esperienze immersive rispetto a chi si accontenta di una connettività meno performante. Una preferenza che può essere letta anche come condizione necessaria per una capillare diffusione del metaverse tra la popolazione, che perlomeno in America ha già dimostrato di essere perfettamente al corrente delle tante possibili declinazioni d’utilizzo che questa tecnologia porta con sé .
L’adozione del 5G farebbe quindi da apripista per la progressiva diffusione di applicazioni che secondo lo studio di Ericsson offrono esperienze più immersive.
Notiamo con interesse come il 5G sia considerato un fattore essenziale per gli utenti che desiderano passare del tempo sul metaverse per giocare su piattaforme 3D, socializzate e acquistare item digitali. La quantità di tempo che gli utenti 5G dedicano alle App in realtà aumentata è doppia, rispetto a quanto registravamo due anni fa.
Queste le parole di Jasmeet Singh Sethi, a capo di Ericsson consumerlab. Lo studio a cui ha lavorato in prima fila ha portato alla luce anche un’altro interessante aspetto: gli intervistati ritengono che il metaverse nei prossimi due anni farà un uso sempre più massivo di cuffie per realtà estesa.
Quando si muove un soggetto delle dimensioni di Ericsson non lo fa senza un buon motivo. Non abbiamo notizie certe di piani con cui l’azienda svedese vorrebbe portare su blockchain e tecnologie derivate parte del suo operato, e del suo business. Sta di fatto che un’indagine così lunga dev’essere stata impegnativa anche sotto il profilo economico, logico quindi aspettarsi futuri sviluppi in questa direzione.
E se a Stoccolma sembrano muoversi con intenti esplorativi, a Tokio gli uomini di NTT Docomo hanno già dispiegato le vele in direzione metaverse, con il più grande operatore giapponese delle telecomunicazioni che ha assunto 200 specialisti per sviluppare il suo ecosistema su chain, puntando forte proprio sulla realtà estesa.
Possiamo dire con buona approssimazione che quanto già in atto a Tokio è una conferma del fatto che tra non molto ci ritroveremo ad aggiornarvi anche da Stoccolma. Le economie attuali e quelle del prossimo futuro hanno bisogno del metaverse, una risorsa che dovrebbe generare ricchezze nell’ordine di miliardi di dollari, e migliaia di posti di lavoro. E con buona pace di chi ancora non è convinto, o dichiara di non esserlo per evidenti interessi aziendali.
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