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Governo Meloni, Bitcoin e cripto | Cosa ne pensa il nuovo Primo Ministro

Il Governo Meloni si è insediato dopo aver giurato al Quirinale. Non essendo Criptovaluta.it una testata che si occupa di politica, qualcuno dei nostri lettori si starà interrogando sul perché di questa precisazione. Semplice: cercheremo di capire cosa sta succedendo dalle parti di Palazzo Chigi, o meglio quello che potrebbe succedere riguardo Bitcoin, Ethereum, stablecoin e il resto della truppa.

In realtà in pochi si ricorderanno che Giorgia Meloni, primo ministro in carica dopo il giuramento di sabato mattina, si è in realtà espressa qualche tempo fa sul tema. O meglio, lo ha fatto collateralmente attaccando il tentativo di Facebook di emettere moneta (che di crypto aveva molto poco). E per quanto riguarda gli altri componenti del Consiglio dei Ministri? Una piccola indagine per capire che aria tirerà presumibilmente ai piani alti della politica italiana.

Con il governo che, tra le altre cose, non sarà l’unico a poter imprimere velocità all’adozione o a costringere a delle frenate: come abbiamo visto infatti anche nella scorsa legislatura possono essere anche i parlamentari di schieramenti lontani dal governo a dire la loro.

Giorgia Meloni e quell’attacco a Libra

Almeno dai nostri storici, non c’è mai stata pubblica dichiarazione del neo Primo Ministro della Repubblica Italiana su Bitcoin o su altre determinate e specifiche criptovalute. L’unica traccia del contatto tra questo mondo e Giorgia Meloni si è avuto quando il neo Primo Ministro si è scagliato contro Libra, allora progetto di Facebook per uno stablecoin da utilizzare principalmente sui suoi canali e sui suoi servizi.

Servirà un po’ di contesto per capire il commento di Giorgia Meloni che ormai risale al 2019. In primo luogo Meloni non poteva ovviamente sapere come sarebbe andata a finire. E forse non avrebbe potuto immaginare che anche grazie alla strenua opposizione delle autorità europee il progetto di Libra, poi rinominato in Diem sarebbe naufragato.

Il discorso aveva poi un contesto molto preciso: si fa riferimento ai minibot, idea di Claudio Borghi per emettere dei titoli di stato che sarebbero stati utilizzati dalla Pubblica Amministrazione per pagare debiti verso i fornitori. Avrebbero avuto dei tagli ridotti a partire da 5 euro fino a 100, non avrebbero offerto interessi, sarebbero stati cartacei e si sarebbero dovuti usare solo per pagamenti sotto i 25.000€. In altre parole, la Repubblica Italiana avrebbe emesso a tutti gli effetti moneta a corso legale (perché sarebbero stati accettati, tali minibot anche per il pagamento delle tasse. E piaccia o meno l’Italia ha sottoscritto degli accordi internazionali che proibiscono l’emissione di moneta propria. Le criptovalute? È un discorso molto diverso, dato che non sono valuta avente corso legale e non possono essere associate a valuta avente corso legale – sul tema si può leggere l’ottimo Massimo Famularo per Econopoly de Il Sole 24 Ore.

Una questione dunque vecchia, che non dice nulla sulle criptovalute e su Bitcoin se non l’utilizzo del tema in senso strumentale per portare avanti quella che era stata una battaglia della destra di allora.

Calma piatta BItcoin cripto governo
Per ora calma piatta, poi chissà

Spulciando tra i banchi di governo: ecco Giorgetti

Al MEF riecco Giancarlo Giorgetti, già presente, sebbene in altro ruolo, nel precedente governo. Sappiamo qualcosa di lui in tema cripto? Non esattamente, dato che non si è mai espresso apertamente.

È stato però promotore di diverse iniziative nel campo della blockchain e il suo dicastero di allora aveva sbloccato 45 milioni per los viluppo della stessa, insieme a intelligenza artificiale e Internet of Things. Fondi che sono stati messi a disposizione al fine di sostenere progetti nel settore e che dovrebbero inoltre ricevere aumenti di dotazione con l’intervento anche di enti locali e imprese private.

La linea su Bitcoin, cripto e stablecoin sarà stabilita ancora in sede europea

Mancando i presupposti per avere un indirizzo forte all’interno del nuovo governo italiano riteniamo che sia certo o quasi che le politiche riguardanti Bitcoin e il comparto che lo circonda continueranno ad essere indirizzate e programmate da parte dell’apparato che fa capo all’Unione Europea.

Il MiCA è già qui tra noi e toccherà probabilmente al Governo Meloni implementarlo e recepirlo anche a livello nazionale. Vedremo se tra i nuovi eletti ci sarà spazio anche per qualche appassionato nel settore, così come nella precedente legislatura erano seduti tra i banchi del parlamento Davide Zanichelli e Luca Carabetta.

Zanichelli e Carabetta che animavano anche l’intergruppo parlamentare per Blockchain e Crypto. Chissà chi ne raccoglierà le redini, dato che anche Alessandro Fusacchia non è stato rieletto. Indagheremo e, chissà, magari riusciremo a portare sui nostri schermi parlamentari e senatori anche di questa legislatura.

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ardeng
ardeng
2 anni fa

viva La Meloni!