La Banca Centrale dell’Iran, tramite il suo dipartimento dedicato ai servizi informatici, sta sviluppando un progetto blockchain su scala nazionale, che verrà offerto ai gruppi bancari e finanziari del paese. La notizia è stata riportata da Yahoo Finance nella giornata di oggi.
La piattaforma si chiamerà Borna e non ancora chiaro quali saranno le funzionalità che offrirà ai consociati né tantomeno se verrà utilizzata soltanto in ambito business oppure anche per offrire dei servizi ai consumatori.
Secondo alcuni commentatori, il sistema potrebbe essere anche parte degli sforzi del paese per sottrarsi, almeno in parte, alle sanzioni degli Stati Uniti in termini di blocco all’accesso alle operazioni bancarie internazionali. Quanto riportato dai commentatori è stato però prontamente smentito da chi guida il progetto, che ha sottolineato che il sistema verrà utilizzato esclusivamente in ambito nazionale e che il sistema non supporterà, almeno per il momento, criptovalute.
Per lo sviluppo della rete blockchain l’Iran si è affidato ad un’azienda locale, Areatak, che starebbe già sviluppando diversi protocolli da far girare su Borna. Secondo fonti all’interno dell’azienda, il sistema verrà utilizzato come hub centrale digitale per le principali operazioni bancarie del paese.
Tra gli obiettivi di Borna c’è anche una riduzione dei costi e delle tempistiche, riduzioni entrambe permesse appunto dal ricorso ad una tecnologia blockchain.
Vale la pena di sottolineare anche il sistema Borna girerà su Hyperledger Fabric, sistema open-source di IBM che permette l’utilizzo di protocolli di consenso in modo semplice ed immediato.
Gli ultimi sforzi degli sviluppatori si stanno concentrando inoltre per l’implementazione delle policy KYC – Know Your Customer, necessarie ai gruppi bancari per implementare poi servizi su blockchain anche per i consumatori finali.
Nelle ultime settimane – come vi abbiamo riportato sulle pagine di Criptovaluta.it – sono state diffuse diverse notizie sull’implementazione di sistemi blockchain a livello bancario.
I paesi in via di sviluppo sembrano essere già parecchio avanti, cercando di colmare il gap con i paesi economicamente più avanzati – almeno a livello di servizi – proprio ricorrendo alle tecnologie più all’avanguardia.
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