Israele rincara la dose. Dopo aver annunciato un progetto pilota per i bond su blockchain a Tel Aviv la borsa di prepara allo sbarco degli asset digitali, DLT, su Blockchain, tokenizzazione di asset e criptovalute. Un passo in avanti per uno dei paesi digitalmente e finanziariamente più avanzati al mondo, che con le sue scelte potrebbe anche influenzare altre realtà di livello mondiale.
L’annuncio è arrivato poche ore fa direttamente dal CEO della Borsa di Tel Aviv, che delinea una serie di percorsi per rendere più moderna la borsa, anche guardando alle nuove tecnologie su blockchain e ai nuovi asset. Ci sarà spazio anche per Bitcoin?
Una notizia bullish mentre i mercati cercano di riguadagnare un po’ del terreno perduto. Mercati ai quali possiamo accedere anche con Crypto.com – vai qui per ottenere un conto gratuito che include anche un bonus all’iscrizione – intermediario che ci permette di investire su centinaia di cripto asset e offre anche la possibilità di investire con strumenti aggiuntivi.
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Israele punta tutto sulle cripto? Vediamo cosa ha detto il CEO della borsa locale
Più digitalizzazione per la borsa e per le sue attività principali. Questo è il messaggio che è stato lanciato da Itai Ben-Zeev, che è CEO dell’unica borsa di scambio valori di Israele, borsa che avrà volumi forse non interessanti ma che comunque rappresenta una delle economie più innovative e solide del Medio Oriente.
Entrare nel mondo cripto (DLT). Creazione di una nuova piattaforma per gli asset digitali basata sulla blockchain. Lo Stock Exchange di Tel Aviv continuerà ad implementare nuove tecnologie, incluse quelle DLT, la tokenizzazione di asset digitali di diverso tipo e l’utilizzo di smart contract. L’exchange ha intenzione di esaminare diversi possibili percorsi, inclusa la creazione di piattaforme dedicate e basate su tecnologie innovative, offrendo così prodotti e servizi in connessione con gli asset digitali.
Benché non compaia neanche una volta, la mente non può che correre anche a Bitcoin, ad Ethereum, in particolare per le tecnologie in smart contract, sebbene ci siano anche soluzioni nazionali e private, nonché permissioned che sono già utilizzate in altri ambiti. Il fatto però che il punto subito successivo del programma parla di esportare tali soluzioni in altri paesi lascia pensare comunque a soluzioni che siano esportabili e dunque standard, cosa che lascerebbe maggiori speranze al mondo delle blockchain pubbliche.
Quando? E si potranno davvero comprare Bitcoin nella borsa israeliana?
I piani programmatici della borsa israeliana hanno in genere orizzonti quinquennali, ma data la grande spinta che il settore cripto sta guadagnando anche nel mondo della finanza classica, tutto lascia pensare che questa sia una delle soluzioni da cercare di implementare prima. Tutto questo a patto che una soluzione tecnica soddisfacente per quanto riguarda l’implementazione di tali soluzioni sia trovata in tempi brevi.
Tutto questo nel periodo storico che verrà ricordato per l’arrivo della regolamentazione negli USA e che permetterà di avere un quadro finanziariamente più preciso sul piano globale.
Chissà che non sia proprio Israele a condurre le danze, mentre nella sua macro-area regionale anche Dubai si sta giocando tutte le carte che può per diventare hub regionale, non solo nel mondo di Bitcoin e dei coin e token, ma anche nel mondo dei metaverse. Sarà una battaglia dura, con un vantaggio che sarà tutto per clienti e investitori, che dalla competizione potranno soltanto ottenere servizi migliori e a più basso costo.
Una nota di preoccupazione arriva però dall’Italia: per il momento non sembra che ci sia grande interesse per queste tecnologie tra i banchi del governo, nella speranza che tra qualche tempo venga pubblicato un piano più chiaro per il trattamento di tali tecnologie e di tali asset.