Kanye West, rapper e produttore americano, in arte ufficialmente YE, sembra avviarsi verso il mondo crypto ed NFT con più decisione. Nonostante le ostilità iniziali, sempre più indizi portano a pensare che il cantante statunitense si stia preparando ad entrare su questo mercato con la possibile creazione di un proprio metaverso.
West avrebbe già registrato 17 marchi NFT e crypto presso le autorità americane competenti sotto il nome di YEEZUS, che preannunciavano un’altra mossa del cantante sul campo del metaverso. In questi giorni, sta facendo molto rumore la notizia secondo cui Ye si starebbe preparando a comprare Parler, social americano molto amato dalla destra d’oltreoceano per via delle sue poche restrizioni in materia di libertà d’espressione e di parola.
Mosse di un personaggio molto controverso, che però potrebbe fare da traino per il mondo dei metaverse. Possiamo investirci con la piattaforma sicura eToro – vai qui per ottenere un conto virtuale con il TOP degli strumenti e del FINTECH – per un intermediario che ci permette di investire su 78+ cripto asset, molti dei quali proprio del mondo metaverse.
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Dal rifiuto a marchi registrati, un Metaverse di Ye?
L’opinione iniziale di Kanye Omari West riguardo ai NFT sembrava essere particolarmente negativa, quando interrogato a riguardo, Kanye intimava di “smetterla di chiedergli di fare NFT” o perlomeno, aggiungeva, “Chiedetemelo più avanti”. In un momento successivo, infatti, Ye sembrerebbe essersi riscaldato all’ambiente di Bitcoin e criptovalute.
Il 27 maggio, l’avvocato specializzato in brevetti, Josh Gerben, fa circolare su Twitter la scoperta di 17 marchi a nome YEEZUS registrati da Kanye West per parchi divertimento, giocattoli, NFT e valute create su blockchain, oltre ad altri prodotti. Anche se la registrazione del marchio include un’ampia gamma di prodotti non inerenti alle criptovalute, il riferimento a token non fungibili e alla blockchain lascia intuire un marcato interesse al metaverso.
Il passaggio di West da detrattore a supporter di criptovalute è anche suggerito dall’immagine che sta facendo il giro dei social proprio in questi giorni: una foto di Kanye lo ritrae con un cappello con la scritta Satoshi Nakamoto dopo essere stato “cacciato” dal proprio conto bancario JPMorgan. La banca avrebbe tagliato i ponti con il marchio Yeezy LLC di West in seguito ad affermazioni antisemite del rapper, ponendosi tanto in contrasto con il rapper quanto col mondo delle criptovalute. Da aggiungere che intervistato dai giornalisti riguardo Bitcoin ha umilmente ammesso di non saperne a sufficienza per parlarne, per quanto il cappellino sia nei fatti… inequivocabile.
L’ultimo movimento in direzione metaverso di Ye riguarda il potenziale acquisto dell’app social Parler, annunciato ufficialmente dal profilo Twitter dell’applicazione. Parler è un social fondato sull’idea di una completa libertà di parole e la conseguente assenza di censure. Dalla sua creazione, questo social non ha mancato di dimostrarsi crypto-friendly e aperto al mondo NFT, come con il proprio marketplace su Solana, DeepRedSky, dove è stata rilasciata la collezione Official CryptoTrump Club NFT, in contrasto con la reazione dei mercati ai tweet di Trump.
NFT e metaversi si infiltrano nella politica americana (e non)
Con l’avanzamento di Kanye West nella scena NFT, ricordando che ha più volte alluso alla sua candidatura nelle elezioni presidenziali americane del 2024, si aggiunge un nome ed un collegamento tra politica e metaverso. Così come il primo tentativo di Melania Trump di una collezione su Solana con proventi da dedicarsi in beneficienza, con un esito non particolarmente positivo, e il secondo tentativo, sempre su Solana e dedicata a suo marito Donald Trump, ex Presidente degli Stati Uniti.
I Repubblicani non sono gli unici ad aver cercato finanziamenti attraverso la vendita di NFT: anche il Partito Democratico ha aperto le proprie porte a questo mondo con la creazione del proprio marketplace, Front Row. Gli USA non sono però l’unico paese ad aver connesso NFT e politica, il Giappone ha affermato chiaramente di volere una trasformazione digitale da raggiungere tramite blockchain e derivati. Ponendosi come esempio nel campo dell’adozione di queste nuove tecnologie con corsi di studio di ingegneria dedicati al settore blockchain.
La politica è anche un argomento che i NFT toccano volentieri. Esempi interessanti a riguardo sono le collezioni NFT dedicate a Julian Assange, presentati alla Biennale di Venezia, o la collezione commemorativa dedicata a Nelson Mandela con contributo della CNN.