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Bitcoin per la corruzione di due agenti FBI | L’incredibile storia…

2 anni fa
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Due ufficiali in forza all’intelligence cinese avrebbero corrotto un agente dell’FBI con una cifra di oltre 60.000 dollari in Bitcoin. Il loro intento sarebbe stato quello di recuperare informazioni e file relativi a un procedimento giudiziario in corso, in cui è imputata una multinazionale cinese delle telecomunicazioni.

Guochun He e Zheng Wang avrebbero condiviso con l’azienda sotto processo le informazioni ricevute dall’agente federale dietro il pagamento della tangente. Agente che però faceva il doppio gioco in favore dell’FBI. I due funzionari cinesi sono stati denunciati, e ora rischiano pene durissime. Le autorità statunitensi tuonano contro la Cina, accusata di voler attentare allo stato di diritto.

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Tentano di corrompere l’agente con Bitcoin

Magari non scatenerà una crisi diplomatica internazionale, ma il caso di corruzione che vede coinvolti un agente dell’FBI e due funzionari dell’intelligence cinese ha già sollevato un gran polverone, con parole dure da parte del procuratore Breon Peace, che parla di incessanti tentativi di minare lo stato di diritto statunitense da parte della Cina.

Il tentativo di corruzione in Bitcoin

Una caso di corruzione con al centro una tangente di modesta entità: 61.000 dollari in Bitcoin versati da Guochun He e Zheng Wang in favore di un dipendente del governo degli Stati Uniti in forza al Federal Bureau of Investigation.

I due avrebbero ottenuto file e informazioni relativi a un processo che vede incriminata una multinazionale cinese attiva nel ramo delle telecomunicazioni. I documenti, in possesso di US Attorney’s Office for the Eastern District of New York, sarebbero stati girati dall’agente ai funzionari cinesi, che li avrebbero a loro volta consegnati all’azienda sotto processo negli States.

Abbiamo di fronte qualcosa che è molto di più del semplice recuperare informazioni da parte dell’intelligence cinese. Le azioni dei due funzionari rappresentano il tentativo di un governo straniero di interferire con il sistema giudiziario americano, ostacolando l’applicazione delle leggi statunitensi a vantaggio di una società con sede in Cina.

Queste le dichiarazioni di Matthew G. Olsen, assistente del procuratore generale per la sicurezza nazionale. Olsen punta il dito contro la Cina, e la accusa senza mezzi termini di minare l’integrità del sistema giudiziario americano.

Il comunicato emesso dall’Ufficio del Procuratore degli Stati Uniti del distretto orientale di New York parla di minaccia non solo al sistema giudiziario, ma al concetto stesso di giustizia, quindi è da considerarsi come una minaccia alle fondamenta della società americana in quanto tale.

Ma qualcosa non ha funzionato

Sempre dal comunicato emerge qualche dettaglio in più. Guochun He e Zheng Wang avrebbero agito per conto del loro governo e in favore dell’azienda in questione, di cui non viene riportato il nome. I primi contatti con l’agente risalirebbero al 2019, con i funzionari che avrebbero chiesto informazioni riservate sul procedimento penale in corso.

A settembre 2021 i due chiedevano all’agente i nomi dei dipendenti della società interrogati dalle autorità giudiziari, e altre informazioni sul processo. A ottobre 2021 sarebbe avvenuto il primo pagamento in Bitcoin per un’ammontare di 41.000 dollari. Gli scambi di informazioni sono andati avanti fino a settembre 2022, quando Guochun He si dichiarava pronto a pagare all’agente i restanti 20.000 dollari, sempre in $BTC.

Bitcoin che sono finiti a ottobre di quest’anno nel wallet dell’agente, che si è rilevato essere un doppiogiochista che durante tutta la vicenda stava lavorando per conto del Federal Bureau of Investigation, riportando alle autorità federali l’attività dei due funzionari cinesi. Guochun He e Zheng Wang sono stati denunciati e ora rischiano rispettivamente di 60 e 20 anni di reclusione.

Redazione Criptovaluta.it®

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