Il mercato della criptovaluta continua a viaggiare su ritmi piuttosto volatili, e nelle ultime ore si stanno facendo sempre più insistenti le schiere di coloro che ritengono che nel breve termine possa esservi un’ondata di ribassi.
Andando con ordine, ricordiamo come durante la giornata di domenica l’intera asset class abbia avanzato di circa il 10% la propria capitalizzazione complessiva, trascinata dalle pressioni all’acquisto di Bitcoin, giunto ai nuovi massimi del 2019.
Questa nuova accelerazione ha fatto sì che le opinioni degli analisti si siano polarizzate. E, così, mentre alcuni ritengono che sia solo l’inizio di una nuova scalata di BTC alle stelle, altri ritengono invece che la luna di miele stia per finire.
Una delle più interessanti osservazioni delle ultime ore è stata compiuta dal noto trader Peter Brandt (qui il suo profilo Twitter, con il dettaglio delle previsioni), dettosi fiducioso sul fatto che l’incursione in fascia 9.000 dollari di Bitcoin sia un picco di breve termine, e che dunque una pressione ribassista possa presto farsi viva in maniera insistente.
Più nello specifico Brandt suggerisce sul social che una volta esauritasi definitivamente la spinta dei “tori”, è probabile che si verifichi una correzione consistente. Secondo il trader, affinché si possa verificare questa correzione, bisognerà attendere che BTC tocchi 9.320$ o 10.600$ di livello di resistenza.
Si tenga conto che Brandt non è l’unico trader di fama internazionale ad aver avanzato simili teorie. Walter Wyckoff ha ad esempio sottolineato come durante i due cicli storici, BTC abbia sempre oscillato dai minimi al suo livello di ritracciamento di Fibonacci di 0.382 dall’ultimo massimo, per poi subire una correzione del 40% prima del successivo bull run. Considerato che allo stato attuale, il livello di 0,382 si trova a $9.500, significa che BTC entrerà presto in quella fascia, per poi tornare indietro del 40% fino a $5.800.
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