Continuano le bastonate, processualmente parlando, per SEC nel processo che la vede contrapposta a Ripple, un processo che sarà con ogni probabilità definitorio non di quanto i gruppi legati alle cripto possono fare, ma di quanto possa espandersi la regulation by enforcement della potente agenzia del governo USA.
Nessuno avrebbe infatti inviato un Amicus Brief, un brief di supporto a favore di SEC, mentre se ne contano diversi per Ripple, segno che anche ai piani alti del governo e della finanza americani sono in pochissimi, forse nessuno, a volersi schierare con SEC. In un processo che ogni giorno di più assume toni e proporzioni dell’autentica caccia alle streghe e non della giusta ricerca delle responsabilità di chi è stato invitato a comparire.
Seppur con tempistiche non ottimali ci si dovrebbe progressivamente avvicinare ad una soluzione del caso a favore di Ripple, cosa che finirebbe per avere delle ripercussioni importanti in termini di prezzo per $XRP. Possiamo investirci già da adesso con eToro – vai qui per ottenere un conto virtuale gratuito e fare trading anche AUTOMATICO – un intermediario sicuro e in possesso di licenze che permette di investire su 78+ cripto asset e che ha sempre permesso, anche dopo l’avvio della causa, di interagire con $XRP.
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Ripple: tutti gli “amici” sono per il gruppo che guida $XRP
Una battuta? Forse sì, forse no. Perché sembrerebbe che SEC non abbia neanche un amico. O meglio, che non abbia nessuno che abbia voglia di palesarsi al processo per prendere le parti della agency che, negli Stati Uniti d’America, controlla i mercati regolati, verifica la corrispondenza degli asset a certi criteri e in ultimo cerca di aggredire il mondo cripto nonostante il più delle volte non ne abbia facoltà.
Ad offrirci uno spaccato di quanto sta avvenendo al processo è ancora una volta Jeremy Hogan, avvocato che è stato un po’ il cronista semi-ufficiale di questa tenzone legale che ormai si protrae da inizio 2021 e che purtroppo non è ancora prossima alla sua conclusione, dato che secondo quanto riportato dallo stesso Brad Garlinghouse di Ripple, ci sarà da aspettare almeno fino al prossimo anno, seppur al massimo entro la prima metà.
Ci sono infatti diversi Amicus Brief che sono stati inviati a favore di Ripple, mentre zero assoluto sul fronte di SEC. Segno di una solitudine della Agency che ormai si protrae e anzi peggiore mese dopo mese. È qualcosa di fondamentale per il seguito del processo? Probabilmente no, anche se si aggiunge comunque ad un quadro già molto preoccupante per SEC, che da quando è stata avviata questa causa legale non sembra averne imbeccata neanche una.
Sarà una vittoria del mondo cripto o solo di Ripple?
Dipende dai punti di vista. Ripple negli anni ha sempre mostrato un atteggiamento molto aggressivo all’interno del comparto, attaccando più volte direttamente Bitcoin e Ethereum, tanto frontalmente quanto con pubblicazione di paper finanziati da Ripple Labs.
Anche il coinvolgimento di personaggi vicini a Ripple nella campagna Change the Code è motivo di riflessione, anche se si finirebbe poi per comportarsi non meglio di Ripple stessa. In attesa che ci si muova verso situazioni maggiormente chiare, per il momento noi riteniamo che si tratti di un momento comunque epocale per il mondo cripto, per quanto gli schieramenti non siano così delineati.
Una sconfitta sarebbe una sorta di parola fine sulle pretese di SEC su buona parte del settore, almeno in attesa che diventi realtà il disegno di legge in discussione negli USA. E in tanti potrebbero vivere senza più la spada di Damocle di SEC a penzolare sulle loro teste.