Ancora FTX all’attacco. L’exchange che ha fatto in questa fase di mercato complicata da asso piglia tutto – e da finanziatore di ultima istanza – potrebbe espandersi nel mondo degli stablecoin. Questo è quanto emerge da una recentissima intervista pubblicata da TheBigWhale.
Il tutto all’interno di un lungo botta e risposta che rivela tanti altri dettagli interessanti sullo stato dei mercati e degli exchange, in una fase di bear market che è stata durissima per tutti gli operatori del settore e per tutti gli investitori, tanto retail quanto istituzionali.
Se dovesse essere questo il caso, ovvero se FTX dovesse davvero proporsi sul mercato con uno stablecoin, potrebbe anche impattare sul prezzo di $FTT. Token sul quale potremo investire ovviamente con FTX – vai qui per ottenere un conto gratuito con servizi avanzati (con sconto incluso di 5% sulle commissioni per sempre) – intermediario in ottimo stato di salute e che offre un listino tra i più completi a livello europeo e internazionale.
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Anche FTX nel mondo degli stablecoin?
Quello degli stablecoin è un settore che fa gola a molti, sia per redditività sia come strumento per avere una posizione ancora più dominante sul mercato. Anche FTX potrebbe essere parte di questo campo di battaglia, un campo che vede da un lato gli storici come Tether continuare a dominare il mercato, dall’altro invece da stablecoin che sono legati a grandi exchange, come nel caso di BUSD di Binance.
Ci sarebbe dunque ancora spazio per qualche altro grande player con la propria idea di stablecoin? Probabilmente sì, almeno fino a quando stiamo parlando di intermediari importanti come FTX. Questa possibile apertura è venuta fuori da un’intervista con TheBigWhale di SBF, intervista che vedremo se darà seguito ad impegni fattivi nel futuro.
A quanto pare l’orientamento di FTX sarà simile a quello di Binance anche in termini di modalità di gestione della tecnologia in questione, perché si dovrebbe passare da una partnership con un operatore esterno, così come BUSD si appoggia a Paxos.
Lotta anche tra exchange?
Assolutamente sì. Il mercato degli stablecoin è per ovvie ragioni molto allettante, sia in termini di guadagni che può generare, sia in termini di posizione sul mercato. Senza dimenticare che non è solo una questione tra Binance e FTX, ma che riguarda anche Coinbase, dato che il gruppo della grande C è dentro Circle, che a sua volta partecipa in USDC.
Un disegno che si fa sempre più complicato, con una cifra distintiva però: chi controlla i volumi di scambio vuole spremere fino a fondo il privilegio acquisito – e per farlo vuole anche dire la sua nel mondo degli stablecoin. Un mondo che è redditizio ma anche un accumulo importante di potere.
Anche il 2023 sarà l’anno degli stablecoin?
Potrebbe essere e non solo sul fronte diretto degli exchange. C’è ancora Tron in piedi con il suo USDD, così come c’è Djed di Cardano che sarà pronto, sebbene non direttamente gestito dalla Fondazione, a fine novembre.
Tutto questo mentre pochi giorni fa abbiamo assistito alla crisi di USN di Near Protocol e mentre si chiude un anno molto complesso per il mondo cripto anche a causa della debacle di Terra Luna con il suo… stablecoin algoritmico.