Le quotazioni di Uniswap Protocol Token (UNI) hanno raggiunto martedì scorso, 1° novembre, un picco relativo a 7.45, al culmine di una cavalcata rialzista che era cominciata dai minimi relativi del 21 ottobre a 5.83. Il +27.79% guadagnato in meno di 12 giornate rischia adesso di solleticare i venditori innescando delle prese di beneficio, in particolare da parte di quell’ampia fetta di traders che predilige l’operatività di breve/brevissimo periodo.
Dobbiamo precisare che la tendenza di fondo va considerata rialzista, visto che già da metà ottobre i prezzi hanno ripreso a consolidare sopra alla “vecchia” resistenza di quota 6.04. Ciononostante, i valori si sono scontrati in questi ultimi quattro giorni con la presenza di un’ampia area fitta di resistenze, situata a cavallo dei 7.50. Poiché i supporti più solidi a sostegno del rialzo sono localizzabili in questa fase non prima dell’area attorno ai 6.50, riteniamo effettivamente probabile che, nel corso delle prossime 3-5 giornate, il mercato possa andare incontro ad un arretramento quantomeno provvisorio.
Ricordiamo intanto – per i non addetti ai lavori – che UNI è il token basato sulla blockchain di Ethereum emesso da Uniswap, piattaforma di scambio decentralizzata open source per il trading di criptovalute. La caratteristica principale di questa piattaforma è l’Automated Market Making, che consente una liquidità continua sul mercato senza la necessità di un tradizionale order book.
La piattaforma Uniswap supporta opzioni di investimento più complesse della semplice compravendita di monete digitali, come ad esempio l’operatività in prodotti derivati e posizioni con leva. La sua governance segue un approccio “Hacker Ethics”, dando priorità al decentramento e alla proprietà della comunità rispetto ai profitti.
Uniswap utilizza una formula di prodotto costante, che gli consente di mantenere un rapporto di prezzo equilibrato tra le coppie di token in ogni momento. Questa formula incentiva anche gli investimenti nella piattaforma consentendo ai possessori di token di guadagnare commissioni da eventuali operazioni che si verificano nel loro pool di swap.
Su grafico a barre da 30 minuti possiamo distinguere l’attuale disposizione dei principali ostacoli tecnici che si oppongono alla prosecuzione del rialzo. Si tratta delle resistenze passanti per 7.30/7.34 e 7.78/7.82. Su questi livelli dobbiamo tecnicamente supporre che si stiano concentrando in questo momento i venditori. Entrambi costituiranno, quindi, probabili punti di ripartenza del ribasso in caso di nuovi recuperi.
Le proiezioni fissano obiettivi ribassisti di breve periodo a 6.61 e 6.49, target principale. Al raggiungimento di quest’ultimo livello, coincidente con un vigoroso supporto, dovremo attendere segnali dai prezzi prima di procedere con nuovi aggiornamenti. Si potrebbero infatti ricreare in seguito le condizioni adatte alla ripartenza continuativa del rialzo.
Il segnale tecnico è short su test delle resistenze, in ogni caso da prezzi non inferiori a 7.32. Vogliamo infatti evitare di intervenire con posizioni ribassiste da prezzi troppo bassi, che ci porrebbero in una condizione svantaggiosa dal punto di vista del rapporto rischio/beneficio. Lo scenario descritto verrebbe annullato e rivisto solo nell’eventualità di rottura della resistenza principale, confermata da una chiusura su grafico a 30 minuti superiore a 7.82. Mentre sono le 18.49 CET di giovedì 3 novembre, UNI viene scambiata sui migliori exchanges mondiali a 7.16 dollari, in aumento dello 0.99% su base giornaliera.