Di Iris abbiamo già parlato qualche giorno fa, in relazione ai guai che stanno affliggendo tutto il comparto dei miner Bitcoin, con il gruppo in questione che aveva rivelato di navigare in cattive acque. Situazione che purtroppo non è migliorata e che, è notizia fresca, porterà il gruppo a dichiarare fallimento su dei debiti contratti per l’acquisto delle macchine stesse per il mining.
Parliamo comunque di un miner di importanza decisamente ridotta e che non imporrà al mercato delle riconsiderazioni e che non causerà problemi importanti all’hashrate di Bitcoin. E anzi, come vedremo, è più che normale che accadano di queste cose in un ambiente altamente competitivo, dove chi fa errori di valutazione (non tenendo conto anche dei problemi esogeni che possono insorgere) paga a carissimo prezzo gli sbagli.
Bitcoin nel frattempo rimane nel range che ha occupato lungo tutto la giornata, nonostante una situazione piuttosto complessa per quanto riguarda anche alcuni exchange. Possiamo investire su Bitcoin, dal lato più squisitamente speculativo, anche con eToro – vai qui per ottenere un conto virtuale gratuito con TRADING AUTOMATICO e anche strumenti di trading PREMIUM – per un intermediario che ci consente di investire su 78+ crypto asset, oltre che ovviamente su quello che nessuno esita a considerare il re del mercato.
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Ci siamo. Quanto avevamo previsto pur senza ovviamente augurarcelo, si è infine verificato. Uno dei creditori di Iris chiederà infatti il fallimento della società di crypto mining. Questo in seguito all’assenza di pagamenti per quanto riguarda prestiti ottenuti per l’acquisto di macchine ASIC.
Secondo quanto è presente nel filing a SEC, obbligatorio in questo tipo di circostanze, è l’assoluta mancanza, dice il creditore, di discussioni per quanto riguarda un’eventuale ristrutturazione del debito. Situazione che avrebbe imposto il passaggio alle maniere forti.
Una situazione prevedibile, dato che già qualche giorno fa il gruppo aveva dato segni di cedimento importanti. Il debito, secondo quanto viene riportato da diverse testate americane, sarebbe diviso in due trance, una da 32 milioni di dollari e una da 71 milioni.
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In realtà non tutti se la passano bene, e neanche, per quel che vale, tutti se la stanno passando male. Da un lato infatti abbiamo Core Scientific, che è al centro di una tempesta simile a quella di Iris e dall’altro, come esempio se vogliamo, Hut 8 Mining, che invece ha appena estratto ad ottobre un totale vicino a 300 Bitcoin che ha prontamente messo in cassa e che non saranno venduti sul breve periodo.
Difficile pensare che il problema sia dilagante, nel senso che chi ha operato evitando eccessive operazioni a leva e eccessivi indebitamenti, dovrebbe trovarsi in condizioni solide abbastanza per scongiurare problemi sul breve periodo. Discorso diverso chi, inebriato dai prezzi molto alti per Bitcoin nel corso dello scorso hanno ha fatto il proverbiale passo più lungo della gamba. In quel caso ci sarà poco di cui discutere e ci si avvierà con ogni probabilità verso il tribunale o verso complicati piani di ristrutturazione.
Ma come abbiamo già scritto altrove, se Bitcoin vuole diventare la rivoluzione che in molti si auspicano, dovrà dimostrare di essere più forte anche di queste vicissitudini. E ha tutte le carte in regola, questa è opinione di chi vi scrive, per farcela.
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