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Inchiesta scandalo FTX a Cipro | Operavano già 3 mesi prima di…

2 anni fa
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Emergono altri dettagli inquietanti riguardanti la presenza di FTX in Europa, il suo ottenimento di licenze seguendo metodi poco ortodossi e la presenza di personaggi che da sempre gravitano nel mondo dei broker di bassa lega e basso volume e nel settore della vendita di società dormienti.

Nonostante il comunicato stampa di SBF che annunciava al mondo l’acquisto di una società di investimenti con regolare licenza europea risalga infatti a marzo, è in realtà già da dicembre che diversi dipendenti ex K-DNA e poi passati in forza a FTX avevano indicato il loro ingresso nell’exchange.

Una situazione che si fa sempre più torbida e che racconta al tempo stesso di un’assenza totale di controlli anche da quelle istituzioni che ripetono, a pie’ sospinto e in ogni possibile situazione, che il mondo delle cripto avrebbe bisogno per l’appunto di maggiori regolamentazioni. Regolamentazioni che nel caso di FTX Europe esistevano, erano state applicate ma senza che nessuno degli organi di vigilanza… vigilasse. Ma procediamo oltre, perché con ogni probabilità questa storia ci accompagnerà ancora per qualche tempo.

Una storia che fortunatamente ha insegnato a molti, anche senza rimetterci penne e cripto, l’importanza di intermediari affidabili. E che porterà con ogni probabilità a maggiore interesse verso la scelta di intermediari affidabili.

La questione tempistiche: SBF mentiva anche sull’acquisizione…

Tutto il mondo dietro FTX, exchange che con una spettacolare sequela di eventi è passato nel giro di 48 ore da exchange dominante, forse secondo solo a Binance su scala globale, a società in liquidazione alle Bahamas, bloccata nel resto del mondo ma che ancora attende il tardivo intervento delle autorità europee. Intervento che secondo Bloomberg ci sarebbe già stato, con una sospensione della licenza postuma, che però poco farà per restituire ai legittimi proprietari che si erano affidati ad un intermediario con regolare licenza europea.

Anche le tempistiche di alcuni trasferimenti…

Emergono però altri fatti dalle nostre indagini, che almeno sul piano delle tempistiche gettano nuove ombre su quanto fu affermato ai tempi da SBD e anche dal responsabile di FTX Europa, ovvero Patrick Gruhn.

  • Diverse persone sono passate alla divisione cipriota di FTX già nel dicembre 2021

Il comunicato stampa ufficiale di FTX sull’acquisizione della società di investimenti risale allo scorso 7 marzo 2022. Tuttavia già 3 mesi prima dell’annuncio Frini Fournari, che era a capo della divisione compliance di FTX Europa aveva cambiato il suo lavoro, in quel di Cipro, passando da un impiego presso XTB a quello appunto presso l’exchange di proprietà di SBF.

Stessa cosa per Anastasia Iliadou, che sempre dal dicembre 2021 avrebbe preso posto da FTX, dopo aver lasciato il precedente lavoro da ETFinance.

Stesso caso per il payment specialist del gruppo, che è stata impegnata con la divisione cipriota di FTX già da gennaio 2022. Tempistiche dunque più che dubbie, dato che per l’appunto l’acquisizione fu annunciata e registrata soltanto il marzo successivo. Payment specialist che ci ha rifiutato qualunque tipo di commento.

Altri aggiornamenti in arrivo

Ci sarà ancora da scavare in questa triste vicenda, indagini che non potranno anche che interessare i vertici della vigilanza finanziaria in Europa, che si sarebbero fatti gababre sotto il naso da un exchange miliardario verso il quale, a quanto parrebbe, non sono stati effettuati i controlli che le autorità affermano di condurre verso le entità con regolare licenza in Europa.

CySEC, ma anche CONSOB, ESMA e quei piani alti del settore pubblico che da sempre ci avvertono dei rischi delle criptovalute – o se vogliamo dirla a modo loro… delle “piramidi di bit”, mentre poi i clienti finiscono truffati da società che avevano licenze approvate dai suddetti controlli.

Una situazione terribile, che costerà a decine migliaia di persone in Europa una lezione sicuramente non economica. Senza dimenticare che chi si è salvato lo ha fatto proprio perché ha tenuto le sue cripto in quei wallet unhosted che il MiCA, il nuovo complesso di regole cripto in UE, tratta con enorme sospetto.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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