Sono oltre un milione! Sarebbe questo il numero – enorme – dei potenziali creditori di FTX in tutto il mondo. Un milione di persone che hanno utilizzato i servizi dell’exchange e dei quali il gruppo avrebbe già contezza in quanto, per l’appunto, in possesso degli accessi utilizzati dagli utenti stessi.
Ben più dei 100.000 che erano iniziati a circolare durante le prime battute. E lo stesso, con ogni probabilità, potrà accadere anche alla quantificazione del debito. Cosa che sarà enormemente più complicata perché in quel caso si dovranno andare a verificare attività e passività di tutte e 134 le società che Alameda ha iscritto alla procedura fallimentare.
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Certo, c’è chi starà aspettando pochi euro e chi invece – come nel caso di almeno 2 fondi hedge – hanno milioni da riscuotere. Ma sta di fatto che il numero di utenti di FTX e dunque di creditori supererebbe il milione. Niente di sorprendente per chi aveva trovato quel 100.000 circolato nelle prime ore decisamente conservatore rispetto all’effettiva popolarità dell’exchange.
Con qualche novità anche sull’aspetto procedurale: FTX infatti avrebbe chiesto di trattare le 134 società che fanno parte del gruppo Alameda e che sono state inserite nel filing per il Chapter 11 come un’unica entità – e anche di compilare una lista dei 50 creditori più importanti invece di compilarne una di 20 per ogni società indicata, cosa che snellirebbe di molto le procedure.
Procedure per forza di cose complicata: parliamo di un gruppo che aveva una presenza stabile in quasi tutte le giurisdizioni del mondo, talvolta con più società che si occupavano di aspetti diversi del proprio business e con una complessa rete di fiduciarie, talvolta di prestanome (vedi il caso della società cipriota) e con rapporti non sempre chiari e che toccherà tanto al tribunale quanto al curatore cercare di chiarire.
Una procedura che potrebbe essere più complessa di quella del fallimento Enron, che fu guidata appunto da John J. Ray III, lo stesso che è stato nominato CEO di FTX durante la fase più complicata – e probabilmente terminale – della propria vita.
Il Chapter 11 ha due prerogative: nel caso in cui non ci sia una possibilità di, ristrutturando il debito, recuperare le normali attività della società, diventa per forza di cose lungo, tedioso e complicato. Nonché estremamente costoso, date le professionalità che devono essere coinvolte. Per i piccoli creditori probabilmente ci sarà tanto da aspettare per ricevere relativamente poco.
La situazione, almeno secondo i più ottimisti, potrebbe essere però diversa sul fronte europeo, con molti che invocano la protezione del Fondo per gli investitori gestito da CySEC, che pur aveva attribuito regolare licenza al gruppo. La questione è arrivata fin in parlamento e non ci resta che attendere, almeno in prima battuta, la risposta del ministro Giorgetti.
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Buongiorno a tutto il gruppo. Dobbiamo mantenere la calma. Siamo in una situazione in cui il valore di Bitcoin è sprofondato per cause esterne al suo progetto e se rimane ciclico potrebbe indicare un prezzo minimo sempre più vicino. Ad oggi sta riuscendo a difendere un livello attorno ai 16/17.000USD. Anche un sentimento migliore delle borse valori potrebbe aiutare il token a compensare le perdite causate dal fallimento di FTX. Forse azzardo un po' ma possiamo paragonare questa situazione al momento in cui Warren Buffett iniziò la sua attività, in quel periodo gli indicatori fondamentali di valutazione non erano molto diffusi e la loro conoscenza dava un potenziale vantaggio, oggi vengono monitorati costantemente da molte società di analisi. Il grafico di una delle metriche fondamentali di Bitcoin il cosiddetto SPOR indica i tentativi di vendita dei detentori di Bitcoin per uscire dagli exchange a portafogli privati accettando di capitalizzare le perdite. Siamo quindi ritornati in una situazione di paura estrema, il sangue scorre ancora per le strade ma questa volta non è solo il sangue dei poveri. Buona giornata