Negli Stati Uniti li chiamano MSM, che da quelle parti c’è una certa passione per gli acronimi. Qui potremmo chiamarla stampa, semplicemente. Ma il risultato è lo stesso: il buono, ottimo nome di Bitcoin infangato a destra e a manca a causa del crack di FTX. Sebbene abbiamo già affrontato questo argomento più volte negli ultimi giorni, può essere utile fare un punto della situazione.
Punto della situazione che è giorno dopo giorno più confusa non solo per quanto continua ad arrivare dal fronte di FTX, ma anche perché, in cambio di qualche click, si continua a fare a nostro avviso disinformazione, mettendo sul banco degli imputati quel Bitcoin che invece, anche in mezzo alla tempesta, ha continuato a funzionare come prima, ovvero perfettamente.
Qualcuno vede già il bottom – e ha ripreso ad investire – altri invece sono in attesa. Per entrambe le categorie sarà però necessario rivolgersi ad un intermediario che possa effettivamente offrire un buon grado di sicurezza. Per gli investimenti speculativi eToro – vai qui per ottenere un conto gratis di prova – offre il massimo della sicurezza e della protezione delle posizioni, combinate con servizi utili per chi vuole investire.
Per tutti gli altri casi ci sarà da guardarsi tra gli exchange e trasferire poi verso un wallet proprio. Kraken – vai qui per ottenere un conto gratuito – exchange che non gestisce fondi hedge e che offre ormai da tempo prova delle riserve dei clienti.
Il wonder boy della politica e della stampa
C’è tanto che continua ad accadere in queste ore. Ci sono le prime comunicazioni ufficiali da parte della gestione fallimentare di FTX, che raccontano a tinte parecchio cupe pratiche di cattiva gestione non saltuarie, ma base del mondo in cui procedevano gli affari tra Alameda e FTX.
Tutto questo non ha trovato evidentemente spazio sulla stampa tradizionale, più impegnata a fare di tutt’erba un fascio, o se vogliamo nel cercare di cavalcare la debacle del gruppo per infangare il buon nome di Bitcoin. Con tutti che fischiettano e che al tempo stesso fanno finta di non aver mai conosciuto SBF né tanto meno i personaggi di altissimo profilo che lo frequentavano. E che gli avevano aperto le porte che contano.
- Sam Bankman-Fried con Effective Altruism
Una sorta di associazione per la beneficenza che è in realtà think tank e anche gruppo di pressione politica di area progressista. FTX era tra i finanziatori principali, con tutti che oggi si affannano, all’interno di quel gruppo, a cercare di riabilitarlo in modo soft, ovvero pubblicando strane chat o ancora chiedendo appoggio a testate ben più blasonate. Imbarazzante anche l’articolo pubblicato dal The New York Times, dove una persona che ha sottratto miliardi ai propri clienti viene descritto fondamentalmente come un genio vittima della sua sregolatezza. Tutto questo mentre a Bitcoin non si risparmia ovviamente nulla – e nessuno ha mai chiesto che si faccia ciò.
- Sam Bankman-Fried con la politica USA
Poca roba i finanziamenti? Fate voi: SBF era il secondo finanziatore diretto della campagna di Joe Biden per le presidenziali. E ci sarebbero stati anche finanziamenti a pioggia altrove, con molti politici che per togliersi dall’imbarazzo hanno deciso di donare tale denaro verso associazioni benefiche. Ancora una volta però verrebbe da chiedersi com’è che in così pochi abbiano timore di sostenere razionalmente le ragioni di Bitcoin, mentre poi si apre la porta al denaro di un fondo hedge alle Bahamas, gestito da una sorta di bambino prodigio con agganci però dove contano.
- Bitcoin funziona ancora, mentre FTX…
L’idea di fondo dei legislatori di mezzo mondo era di inquadrare gli exchange all’interno dei loro framework legali, ritenendoli soggetti forse maggiormente degni di rispetto e considerazione rispetto ai protocolli della finanza decentralizzata o ancora rispetto a Bitcoin, che non ha bisogno di rappresentanza e neanche l’ha mai chiesta.
Sta di fatto che ad oggi si continua a fare finta che tali impostazioni non siano mai esistete (e basta invece guardare al MiCA per capirne l’impostazione). E che chi si è fidato di un exchange con bolli, carte e contro-bolli oggi si trova ad attendere l’interesse della politica su una vicenda losca che più losca non si può. E chi invece ha detenuto i propri Bitcoin in proprio si trova a vivere una strana tranquillità nel mezzo di una delle più grandi tempeste di sempre. Ancora una volta: serviva attaccare gli unhosted wallet che oggi si sono rivelati tanto superiori ai terzi scelti dalla politica e dagli ambienti che contano? E nessuno viene fuori con uno… scusateci, abbiamo sbagliato?.
Nascondere i problemi sotto il tappeto di Bitcoin
Fortunatamente la community è cresciuta negli anni e ha compreso che oltre alle agitazioni di mercato c’è una missione molto più fondamentale per Bitcoin. Una missione che non può prescindere dall’essere baluardo contro terzi corrotti dal potere, dal denaro o semplicemente dal desiderio di fare quello che vogliono con il nostro denaro.
Sì, stiamo parlando di SBF, e chiudiamo l’articolo chiedendoci com’è che ancora tutti continuano a girarsi dall’altra parte e ad attaccare Bitcoin, mentre in questi giorni sta dando una prova così incredibile della sua forza. E della sua intangibilità.
Hai detto giusto Gianluca vogliono come sempre far passare l’informazione che sta bene a loro. La classica disinformazione. Mi sa tanto che molti politici sono coinvolti in questa vicenda e anche di una certa importanza e il più pulito ha la rogna. Buona giornata