I te l’avevo detto sono diventati assordanti. Il mondo di Bitcoin e delle criptovalute galleggia insicuro sopra i minimi annuali e, puntuali come orologi svizzeri, arrivano i detrattori del settore, i partigiani della TradFi dell’ultima ora e anche tanti approfittatori che devono essere sempre sintonizzati con gli istinti più bassi e meno ragionati del pubblico.
Qui si è su Criptovaluta.it e si cerca di fare le cose diversamente e cercheremo di capire quanto sia effettivamente crypto-centrico, o Bitcoin-centrico, questo crollo e quanto dipenda invece dalle condizioni generali. Condizioni generali che in realtà, come vedremo, hanno impattato sui mercati tradizionali in modo forse altrettanto consistente.
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La situazione è quella che è. Il secondo exchange per volumi e per importanza si è liquefatto in pochi giorni, lasciando scoperti per miliardi di dollari e gettando luci parecchio cupe su tutto il comparto. Un comparto che, non ce ne vogliano gli appassionati di Bitcoin, è da considerarsi come unitario almeno quando si discute di prezzi e degli andamenti degli stessi.
A leggere i giornali degli ultimi giorni sembrerebbe quasi che il mondo di $BTC e degli asset crypto sia una sorta di pecora nera all’interno di un mondo economico che invece viaggia a gonfie vele. A guardare invece i grafici, si avrebbe una percezione completamente diversa, che però non sembrerebbe interessare né la stampa generalista, né quella specializzata ormai vittima della sua stessa narrazione.
Avevano vissuto una fase rialzista più importante degli altri. A parlare non siamo noi, ma il grafico. Da inizio anno per il NASDAQ è -30%, mentre le azioni di molte delle società che avevano meglio performato nell’anno precedente riportano dati ancora più impressionanti e che i deboli di cuore dovrebbero leggere soltanto dopo essersi seduti. Alphabet fa -34%, Tesla fa -50%, Meta fa addirittura peggio di Bitcoin, che ormai da tempo si comporta come una sorta di NASDAQ a leva. Gli effetti delle condizioni macro che sono venute a crearsi non sembrerebbero aver impattato dunque soltanto quel settore anarchico e indisponente che fa riferimento alle cripto e a Bitcoin, ma anche i papaveri del più importante mercato di tutto il mondo.
Tutto questo nonostante il fatto che il mondo cripto e Bitcoin abbia dovuto sopportare delle questioni ben più preoccupanti e ben più difficili da gestire. Dal crack di Terra Luna, passando per una serie di fallimenti a catena che hanno coinvolto aziende con un modello di business forse troppo basato sulla convinzione che si potesse soltanto continuare a crescere. Se ci fosse stato anche 1/10 dei casi di questa magnitudo sui mercati classici, staremmo raccontando probabilmente di catastrofi ben peggiori anche sui mercati finanziari classici.
Se domani dovesse fallire un fondo sovraesposto verso Alphabet o Meta, a nessuno verrebbe in mente di considerare le due aziende di cui sopra una truffa, uno schema Ponzi o una Catena di S. Antonio o qualcosa di addirittura peggiore. Nel mondo di Bitcoin e cripto il complesso gioco di leve e specchi, messo in piedi dal grosso della stampa mainstream, sembrerebbe essere invece proprio questo.
Atteggiamenti molto morbidi verso SBF, facendo passare il messaggio che alla fine non ci siano state responsabilità attive in quanto è accaduto: tutto il mondo Bitcoin e cripto sarebbe infatti così, e l’unica possibile evoluzione sarebbe appunto questa.
Tutto questo mentre i concorrenti di FTX sono vivi e vegeti, continuano ad offrire servizi senza grossi problemi e senza che nessuno abbia avuto problemi, tra i nostri lettori e non, ad utilizzare direttamente Bitcoin o protocolli DeFi slegati appunto dal mondo degli exchange.
Una narrativa che potrebbe apparire anche come utile a preparare il terreno ad interventi di carattere legislativo in assoluta libertà, senza che neanche una piccola parte dell’opinione pubblica possa sollevare dei legittimi interrogativi.
Si vorrebbero ora spacciare come più affidabili di un mondo cripto e Bitcoin ancora pieno di incognite. Proprio quelle che sarebbero regolate, quelle che avrebbero ai piani alti delle loro strutture i nomi e i volti noti del settore.
Non dimentichiamo oggi – e dovremmo cercare di non dimenticare mai – il fatto che buona parte delle leggi sulla DeFi erano in via di redazione con il contributo, economico e intellettuale, proprio di quel Sam Bankman-Fried che è stato l’innesco di questa catastrofe.
Più centralizzazione per combattere un problema nato dalla centralizzazione? A noi puzza di operazione stampa per ottenere un risultato politico che nulla ha a che vedere con i reali interessi dei consumatori, consumatori che sono sempre di più animali mitologici da tirare fuori ogniqualvolta si voglia fare una stretta a vantaggio dei soliti noti.
Tutto questo mentre i protocolli DeFi e anche Bitcoin, nel pieno della crisi, hanno continuato a funzionare senza alcun tipo di problema. E offrendo una sponda molto più sicura rispetto a tanti operatori registrati, con licenza e con collegamenti con le persone che contano.
Che poi è proprio il motivo per cui è nato Bitcoin: una missione che continua ad onorare anche mentre tutto intorno a lui crolla. Ed è questa la verità che continuerete a non poter leggere sui giornali della stampa tradizionale.
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Ok, ok, avevo detto che mi prendevo una pausa, su criptovaluta.it però.
La lotta continua altrove, senza tregua, al fianco di chi come me crede in un idea che va al di là del to the moon.
Le parole di questi articoli sono scritte da chi di sicuro non ha paura del bear market, visto che è nato in mezzo agli orsi!!
E voi?
Ma la vostre idee, la vostra voce, la fate sentire?
La fuori c'è una battaglia da combattere.
È sufficiente dire no, non è esattamente così, dunque facciamolo.
Non stuzzicatemi più per favore voi della redazione con questi articoli..............torno sui social.......SUONATE LA CARICAAAAAAA
che senso ha quando dice che dice la colpa e' l'economia? ma scusa i bitcoin serviva' per economia? io vedo solo che compra quelli i polli che credono e mentre i volpi ottenuti btc facili scambiano!!!