Le quotazioni di Tezos (XTZ) hanno cominciato male la nuova settimana, proseguendo sulla scia del ribasso che già era scattato ieri (domenica 20) a partire dal massimo relativo di quota 1.0300. Il grafico a candele giornaliere evidenzia un fluido movimento ribassista ancora in corso dal picco relativo del 27 ottobre, e che finora ha condotto al raggiungimento di minimi a 0.9300. La perdita di valore, in meno di 19 giornate, è stata pari quasi al -40%.
L’elemento chiave da considerare in prospettiva tecnica, e dato dalla scarsa capacità di reazione che Tezos ha evidenziato subito dopo il crack della piattaforma FTX. Tale evento, su cui siamo spesso tornati con dovizia di approfondimenti, aveva generato l’8 ed il 9 novembre scorsi due sessioni di panic-selling della più bell’acqua, con vendite indiscriminate che si erano abbattute indistintamente su tutto l’universo crypto.
Nei giorni successivi, però, la stragrande maggioranza delle valute digitali aveva reagito con ampi rimbalzi e con la formazione di aree di consolidamento sopra ai minimi. Non è stato il caso di Tezos, che infatti è andato a toccare minimi ancora più bassi appena il 14 novembre scorso (quota 0.9300) ed ora punta minacciosamente, ancora una volta, verso quotazioni inferiori. E’ evidente che XTZ sta evidenziando una forte relativa minore rispetto alle concorrenti, per cui si sta ulteriormente rafforzando lo scenario ribassista già seguito con le ultime analisi.
Rispetto all’aggiornamento allo scenario tecnico dell’11 novembre scorso, possiamo constatare su grafico a barre da 30 minuti come le resistenze si siano notevolmente abbassate, portandosi a quota 1.0890/1.1000 ed a quota 1.2220/2380. Si tratta dei livelli ove si stanno presumibilmente concentrando in questa fase gli ordini di vendita, per cui costituiranno altrettanti probabili punti di ripiegamento in caso di nuovi recuperi, soprattutto se fra stanotte e venerdì prossimo, 25 novembre.
Il mercato sta affrontando un’ampia area densa di supporti intermedi, che si estende fra 0.9250 e 1.0000. E’ plausibile che da tale area possa scattare qualche provvisoria reazione, in virtù della distanza relativamente elevata che separa i prezzi dalle resistenze. Il segnale tecnico è short ma solo nel caso di riavvicinamenti alle resistenze, da prezzi non inferiori a 1.0400. Le proiezioni indicano un target principale confermato a 0.7300, da raggiungere passando per un primo obiettivo intermedio a 0.8500.
Se i prezzi non dovessero effettuare alcun recupero, dovremmo limitarci a restare in osservazione. Meglio, infatti, non intervenire short da quotazioni troppo lontane dalle resistenze, per non rischiare un rapporto teorico sfavorevole fra rischio/beneficio. Lo scenario descritto verrebbe annullato e rivisto solo nell’eventualità di rottura della resistenza principale, mediante una chiusura su grafico a 30 minuti superiore a 1.2400. Nel frattempo, quando sono le 19.54 CET di lunedì 21 novembre, XTZ viene scambiato sui migliori exchanges mondiali a 0.9400 dollari, in calo del -4.08% su base giornaliera.
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