La SEC, la Securities and Exchanges Commission, il massimo organismo per quanto riguarda i mercati finanziari negli Stati Uniti, porterà davanti al tribunale i dirigenti di Kik, l’App di messaggistica che conosceranno anche gli appassionati di criptovalute, dato che questa provò a finanziarsi proprio tramite l’emissione di token. La notizia è emersa da un comunicato di SEC stessa.
È proprio l’emissione e la successiva ICO dei token ad aver costretto SEC ad intervenire: secondo infatti il Securities Act del 1933, le offerte di titoli finanziari al pubblico devono essere necessariamente registrate.
Kik avrebbe sorvolato sulla questione, comportamento che combinato con il crollo del valore del token associato, non poteva che attirare appunto le attenzioni di SEC.
Kik nel 2017, alla ricerca di finanziamenti per allargare gli scopi della sua attività, creò un token (il Kik Token, appunto), venduto tramite una ICO.
Chi acquistava grosse quantità di questo token riceveva inoltre un prezzo fortemente scontato, con l’operazione che nel suo complesso riuscì a portare nelle casse societarie circa 55 milioni di dollari, tenendo conto soltanto delle adesioni avvenute da parte di statunitensi.
Kik però reagisce e tramite il CEO Ted Livingston afferma che la compagnia avrebbe già speso 5 milioni per difendersi dalle accuse di SEC, lanciando di concerto una campagna di crowdfunding intitolata “Defend Crypto”, per raccogliere appunto le somme destinate al pagamento degli avvocati e più in generale alla causa che verosimilmente avrà inizio tra pochissimo.
Kik è una società che gestisce una suite per smartphone e tablet, che permette l’invio di messaggi istantanei, nonché la possibilità di inviare file multimediali.
L’App è particolarmente diffusa soprattutto tra i giovani e i giovanissimi, anche se l’azienda, al contrario di quanto avvenuto per le omologhe, non ha ancora pensato di quotarsi in borsa o di raccogliere capitali seguendo metodologie più ortodosse.
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