Il weekend lungo che tutti temevano si è rivelato essere una passeggiata di piacere. Volumi particolarmente bassi e l’assenza forse di novità su diversi fronti problematici per Bitcoin e cripto hanno permesso ai prezzi di galleggiare sui livelli conquistati qualche giorno fa. Con la prossima settimana che si aprirà tra poche ore, almeno per le contrattazioni asiatiche, sarà però utile fare il punto su quanto ci aspetta.
E su quanto potrebbe migliorare o peggiorare la situazione complessiva. Un quadro complessivo a tinte sicuramente fosche, ma che comincia ad intravedere anche la luce in fondo al tunnel. Che tipo di situazioni possono ancora versificarsi sul mercato cripto e bitcoin.
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Le grandi questioni irrisolte per Bitcoin e cripto
Non si tratta di questioni in senso filosofico, ma piuttosto problemi contingenti che dovranno pur risolversi nelle prossime settimane e nei prossimi mesi. La situazione che continua a preoccupare maggiormente, almeno nel campo di Bitcoin, è quella che si sta sviluppando da Digital Currency Group.
- Cosa sta succedendo da Digital Currency Group?
La situazione è parzialmente preoccupante. Di quanto sta avvenendo alla sua controllata Genesis Global abbiamo parlato già più volte nel corso della settimana. Problemi di liquidità prima, e forse legali poi, con diverse agenzie statali degli USA che vorrebbero vederci chiaro.
A preoccupare non è però soltanto il ramo lending del gruppo, rappresentato appunto da Genesis Global, ma anche il resto della tenuta dell’azienda, che negli ultimi mesi si è riempita di quote del suo stesso fondo Bitcoin e che potrebbe avere qualche problema a far fronte alle spese almeno di breve periodo.
Certo, il gruppo è solido ed è geneticamente diverso da FTX, motivo per il quale chi cerca di fare paragoni può essere tranquillamente considerato come un incompetente, ma è altrettanto vero che non sappiamo ancora esattamente cosa stia succedendo da quelle parti.
- I Bitcoin che non c’erano, poi sì
Anche di questo abbiamo parlato più volte sia via Twitter sia invece su queste pagine. Chi aveva insinuato una gestione allegra dei 635.000+ Bitcoin che fanno parte del fondo Grayscale dovrà oggi mangiarsi il cappello. Ci sono, per quanto Coinbase si sia rifiutata di fornire gli indirizzi. E sono stati individuati da società terze che hanno ricostruito taluni spostamenti tra Grayscale appunto e Coinbase Custody.
Capiamo il momento di assoluta tensione nel settore, ma sappiamo anche perché lo abbiamo visto che a spargere certe voci sono stati sempre i soliti account Twitter che vogliono arrivare per primi sulla notizia di un fallimento. E che non si curano di riportare cose vere o false che siano. Non un buon servizio reso alla community, non un buon servizio reso al giornalismo. Ma andiamo avanti.
Difficulty attesa in forte riduzione: sollievo sufficiente per i miner?
L’altro grande malato sembrano essere i miner. C’è Core Scientific che sarà a breve un ricordo del passato, se non per i creditori. E c’è IRIS altrettanto in difficoltà, senza tenere conto delle diverse situazioni che staranno maturando dietro le quinte.
Il problema ormai dovremmo conoscerlo tutti: il prezzo di Bitcoin è sceso in modo considerevole, quello dell’energia cresciuto in modo importante (più o meno ovunque) e arrivare a fine mese, tenendo conto anche di talune posizioni debitorie importanti, non è facile.
Se fino a qualche giorno fa ci si poteva rallegrare dei record su record dell’hashrate totale nonostante la crisi, ora si dovranno fare i conti con i primi cali registrati, come possiamo vedere dal grafico. Cali che non mettono in pericolo il corretto funzionamento di Bitcoin e che daranno una mano a chi rimarrà a… fare mining. Ci sarà una riduzione ~10% della difficulty, con il magnifico meccanismo che governa Bitcoin come protocollo che permetterà ai miner rimasti in piedi di guadagnare qualcosa in più.
Un meccanismo che contribuirà a riportare tutto verso una situazione di maggiore equilibrio. E per le cassandre, sarà bene ricordare ancora una volta il grafico di cui sopra. L’ashrate è cresciuto in modo assolutamente importante anche durante un anno intero di crisi aperta. Segno che sì, nonostante detrattori e spacciatori di altcoin, Bitcoin sarà ancora qui a macinare hash e ad offrire una rete sicura, incensurabile e disponibile per tutti.
Quanto dobbiamo essere preoccupati?
Molti degli analisti del settore sono certi del fatto che l’effetto FTX non si sia ancora concluso. Vedremo ancora qualche crack – magari di dimensioni ridotte – assisteremo a qualche situazione di difficoltà aggiuntiva e probabilmente dovremo fare i conti ancora con qualcosa di inaspettato.
Fatte salve però le situazioni di cui sopra, difficile pensare che possa esserci una crisi di proporzioni tali da impattare ancora in modo considerevole sul mercato. Siamo al bottom? Non è detto in termini di prezzo, ma in termini di scoramento sicuramente sì.