Jerome Powell si trasforma nel sole di York, si mostra più accomodante di quanto lo fosse qualche settimana fa e Bitcoin mette il turbo, tornando sopra i 17.000$ e trascinandosi dietro tutto il settore. Cambio di marcia e di programma? Difficile a dirsi per adesso, ma l’atteggiamento di Mr. Jerome nell’intervista che tutti aspettavano ieri (forse più di quella a Sam Bankman-Fried) ha contribuito a smuovere acque che si erano fatte davvero troppo calme.
Una situazione che andrà analizzata anche in preparazione a quanto sta avvenendo sui mercati per il dicembre che si è appena aperto e anche in in relazione alle prossime decisione, relative ai tassi di interesse, che indirizzeranno i mercati.
Siamo al bottom? Fare previsioni del genere in un momento così complesso per l’economia reale e non, non è facile. Chi crede che sia così o semplicemente vuole continuare con il suo PAC sulle cripto e Bitcoin, può farlo anche con la piattaforma sicura eToro – vai qui per ottenere un conto virtuale gratuito con il meglio degli STRUMENTI PREMIUM INCLUSI – sia per il trading sia per le detenzioni di lungo periodo, tramite un intermediario che offre i più elevati standard di sicurezza.
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A dicembre si frena con i tassi: e Bitcoin e cripto volano
Quello che è emerso è quanto in realtà si discute ormai da qualche settimana, anche se sentirlo dalla viva voce dell’uomo monetariamente più importante del mondo fa sempre un altro effetto. Jerome Powell ha lasciato intendere che si potrebbe quantomeno ridurre la progressione dei tassi, e dopo quattro aumenti di 75 bps, per dicembre si potrebbero avere rialzi di soli 50 punti base.
Una notizia non-notizia che è stata accolta con un certo entusiasmo tanto dai mercati azionari quanto da Bitcoin e dal resto del mondo cripto, con $BTC che ha superato i 17.000$, soglia sulla quale si era infranto ogni sogno nel corso della giornata di ieri. Ethereum, forse con un pizzico di forza in meno, sta invece prendendo la rincorsa per tornare sopra i 1.300$ e il resto del comparto, chi più chi meno, cerca di seguire la scia.
Ormai il peggio è alle spalle? Difficile dirlo, anche perché permangono delle problematiche interne ed esterne al mondo cripto che continueranno ad essere tema di dibattito per le prossime settimane e per i prossimi mesi. Problematiche che andranno analizzate a fondo prima di poter prendere una decisione in tal senso.
Inflazione, recessione, tassi: la trimurti del mercato
I temi sono e rimarranno tre per i prossimi mesi. Il primo è quello dell’inflazione, il secondo quello della recessione che ormai non vedono soltanto quelli delle banche centrali e il terzo è quello dei tassi, ovviamente collegato ai primi due. Ma procediamo con ordine.
- Inflazione
Il peggio potrebbe essere alle spalle, almeno negli USA. E dato il ritardo con il quale in genere le politiche monetarie si trasferiscono al mercato, potremmo continuare a vedere una riduzione della corsa del rialzo dei prezzi anche se i tassi dovessero rimanere invariati. Sarà così, ma è ferma convinzione di Federal Reserve, in realtà basata su un secolo buono di teorie economiche, che si dovrà fare ancora qualcosa per creare l’ambiente corretto per un ritorno, nel più breve tempo possibile, alla normalità. Discorso diverso in Europa, ma c’è anche da dire che i problemi del nostro continente hanno un impatto decisamente inferiore sull’andamento dei mercati, che si tratti di cripto, di Bitcoin o di mercato azionario.
- Recessione
Tecnicamente non ci siamo dentro, ma tutti gli altri dati puntano in questa direzione. Tutti o quasi si aspettano una frenata importante per il mondo dell’economia su scala globale e le aziende più accorte si stanno già comportando come se la recessione fosse già arrivata. Licenziamenti, ristrutturazioni, verifica delle posizioni debitorie. Questa rimane ad oggi la fonte principale di preoccupazione tanto per chi investe in Bitcoin, quanto per chi invece apre il proprio portafoglio verso altri tipi di mercati.
- Tassi di interesse
Sono l’unica manopola nelle mani delle banche centrali e potrebbe anche non bastare. Perché il rischio primo è quello di spingere troppo e di inasprire le condizioni che porteranno alla recessione, mentre il rischio secondo è quello di essere troppo morbidi e non essere in grado di contrastare l’inflazione adeguatamente. Per quanto sia stato criticabile in passato il comportamento tanto di Washington quanto di Francoforte, c’è da dire che a questo punto della telenovela nessuno sarebbe in grado di tirare una soluzione fuori dal cilindro. Bisognerà soffrire: quello che c’è da capire è se i mercati finanziari abbiano già sofferto quanto dovevano o se potrebbero esserci ulteriori ripercussioni.
Bitcoin e cripto: che fare?
Siamo alla fine di un ciclo, come avvenne già nel 2018 e come continuerà ad avvenire anche in futuro. Se dovessero essere gli stessi i canoni, allora si dovrebbe forse cercare di individuare quei progetti che avranno sicuramente un futuro e che sopravviveranno senza problemi ad un periodo di vacche magre. Noi lo stiamo facendo da qualche tempo con il nostro portafoglio cripto, portafoglio che però subirà inevitabilmente delle forti ristrutturazioni in termini di composizione.
Non è tempo di avventure. Certo, in periodi del genere possono pagare, e tanto. Ma i rischi sono già molto elevati sui pezzi chiaramente pregiati del mercato. Le avventure, di questi periodi, possono essere molto costose. Per il resto, servirà anche la soluzione di situazioni interne al mondo cripto.
La prima è quella dei miner, situazione che continua ad apparire come compromessa per diversi operatori. La seconda è quella di Genesis e di conseguenza di Digital Currency Group, disperatamente o quasi alla ricerca di iniezioni di liquidità. Per tutto il resto, sarà una lotta tra i denti, con prezzi che per molti però si sono già fatti molto interessanti.