I dati sull’inflazione sono arrivati, e sono esattamente come se li aspettavano tutti. A muovere però i mercati (non solo quello cripto e Bitcoin) verso il basso sono i cosiddetti Dot Plot, una sorta di rappresentazione grafica che riporta le previsioni dei diversi membri di spicco della politica monetaria USA. E i dati che arrivano dai dot plot a questo giro non sono incoraggianti.
Nessuna catastrofe, per carità, ma comunque un’intenzione di prolungamento di quelle politiche monetarie restrittive che, per ovvi motivi, non piacciono ai mercati. Una situazione comunque di agitazione contenuta, con Bitcoin e cripto che si sono limitati a perdere quanto guadagnato in giornata.
Tenendo conto del fatto che le prossime ore potrebbero esserci ancora dei movimenti irruenti, chi vuole investire adesso sul mercato – anche in attesa dei commenti di Powell & co., può farlo con Capital.com – vai qui per ottenere il tuo conto di prova gratis con capitale virtuale infinito – per un intermediario che offre trading in entrambe le direzioni e ci permette di investire su ben 140+ cripto asset.
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Dot plot in “aumento”: Fed indica la necessità di politiche più restrittive
Questo è quanto, in abbinamento al classico discorso di Jerome Powell, ad aver inflitto qualche perdita tanto a Bitcoin quanto al resto del mondo delle criptovalute. Una situazione che, nonostante i tassi si siano mossi esattamente di quanto si aspettassero i mercati, ha esercitato una pressione ribassista. Pressione che è dovuta principalmente a quei dati che troviamo rappresentati dai Dot Plot di Fed.
- Cosa sono i dot plot
Sono una rappresentazione grafica – che alleghiamo sopra – degli interessi che sono previsti dai membri del Federal Open Market Committee o FOMC. Si tratta dunque di aspettative da parte di chi sarà poi a decidere su eventuali rialzi o ribassi. Bene, tali aspettative sono aumentate progressivamente rispetto agli ultimi meeting, con Jerome Powell che però, come vedremo, continua a parlare una lingua che in pochi capiscono.
Jerome Powell: decideremo sulla base dei dati
Se 2 + 2 fa ancora quattro, quanto abbiamo capito dal discorso di Jerome Powell è quanto segue: l’inflazione sta scendendo troppo poco rapidamente e dunque ci aspettiamo un’ulteriore sferzata e un target finale per i tassi di interesse più alto di quanto avevamo previsto in precedenza.
Da cosa desumiamo questa lettura? Dal fatto che Jerome Powell continua a parlare di future decisioni che dipenderanno dai dati macroeconomici che arriveranno in futuro. Bene, se le previsioni del target per i tassi sono più alte, vuol dire che dalle parti di Powell ci si aspettano dati non incoraggianti nei prossimi mesi.
Tutto questo, lo ripetiamo, mentre Jerome Powell conferma che anche da Fed si naviga a vista. E che il primo obiettivo della banca è di riportare l’inflazione al 2%. Costi quel che costi, in termini anche di posti di lavoro, si intende.
In realtà per Bitcoin e cripto cambia poco o nulla
Tolte le solite reazioni isteriche sul brevissimo, cambia molto poco per Bitcoin e crypto cambia in realtà molto poco. Sapevamo già ieri che Fed avrebbe preso decisioni principalmente sui dati che sarebbero arrivati.
Dati che ancora non abbiamo, mentre in quasi tutto il mondo sembra che l’inflazione abbia raggiunto il suo picco. Pesano però altre situazioni che non sembrano essere in procinto di risolversi, ovvero la guerra in Ucraina e una ripartenza cinese molto lenta.
Più i rialzi saranno sostenuti, inoltre, più sarà facile affrontare una recessione importante nel 2023. E questo gli asset di rischio lo pagano già ora in termini di aspettative. Questo relativo ribasso è dunque più che giustificato. Niente di cui però preoccuparsi, almeno per ora.