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Il Giappone ci ripensa: apertura agli stablecoin | Il mondo crypto brinda

2 anni fa
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Mentre il mondo occidentale chiude la breve tornata di feste natalizie, in Giappone ci si spende per migliorare il contesto all’interno del quale operano le principali criptovalute. Il tutto in un paese che ha regole molto rigide sui token e i coin che si possono quotare, forse tra le più stringenti al mondo. E arrivano buone notizie dal paese del Sol Levante, dato che secondo quanto riportato da Nikkei potrebbero presto cambiare le regole che riguardano gli stablecoin.

Gli stablecoin che sono stati emessi all’estero potrebbero non essere più infatti oggetto di ban, cosa che permetterebbe agli exchange locali di offrire questo tipo di token, anche se con regole piuttosto specifiche.

Nel complesso si tratta di un’apertura molto importante per tutto il comparto e che racconta tra le altre cose di una narrativa molto diversa rispetto a quella che leggiamo sui giornali nostrani. Chi vuole investire su questa ventata d’aria fresca può farlo con eTorovai qui per ottenere un conto gratuito di prova con STRUMENTI FINTECH AVANZATI – intermediario che ci permette di investire su 78+ crypto asset con strumenti professionali e anche automatici.

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Addio ban per gli stablecoin: il Giappone va contromano

Mentre Europa e Stati Uniti parlano di stringere sugli stablecoin, in Giappone si pensa di fare diversamente. Ovvero si pensa di rimuovere un ban che ormai avrebbe fatto il suo tempo, permettendo così agli exchange locali di quotare di nuovo i principali token che replicano il prezzo delle valute fiat come il Dollaro USA.

Cambio di rotta a Tokyo

Ad onor del vero va sottolineato come l’attuale politica di ban totale di questo tipo di strumenti non ha forse eguali nel mondo, e che dunque dalla posizione di partenza del Giappone è facile ammorbidire certe posizioni. Vale comunque in termini di interesse per i crypto-appassionati notare come una delle giurisdizioni più dure in termini di controlli e di ban per il mondo crypto abbia deciso di tornare sui suoi passi.

Ma cosa cambia nei fatti? Si passerà, secondo quanto riportato dal sito ufficiale della borsa giapponese, da un regime di ban ad un regime di tolleranza, che prevederà però il rispetto di rigide norme di nuova concezione.

A partire dal prossimo anno FSA [l’omologa di CONSOB in Giappone, NDR] rimuoverà il ban sulla compravendita dentro i confini della nazione degli stablecoin, che hanno l’obiettivo di essere ancorati a valute aventi corso legale come il dollaro. Sarà permesso operare con questi token a patto che siano organizzati depositi e limiti massimi per gli operatori. Una diffusione degli stablecoin potrebbe permettere rimesse internazionali più veloci e più economici. Sarà inoltre necessario prevedere un sistema di norme contro il riciclaggio. Dal prossimo 26 dicembre [oggi, NDR] FSA inizierà a raccogliere opinioni sul tema.

Si tratta dunque di una doppia notizia. Da un lato non ci sarà più un ban totale che ha come oggetto gli stablecoin. Dall’altro si intravedono possibilità di utilizzo concreto ed efficiente, come nel settore delle rimesse internazionali.

Un duro colpo ai sogni di CBDC?

Chissà. Il Giappone aveva pur fatto qualcosa in questo senso, e quindi colpisce doppiamente la nuova posizione di FSA riguardo gli stablecoin, che potrebbero offrire vantaggi che erano stati imputati, probabilmente senza una base solida, alle future Central Bank Digital Currencies.

Un passo in avanti per il Giappone, per quanto il sistema rimarrà nei fatti più restrittivo di quello europeo attuale, e anche di quello statunitense. Vedremo dove porterà l’impegno in questo senso di un paese che rappresenta ancora l’economia finanziariamente più rilevante di tutta l’Asia.

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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