Anche la Cina vuole dotarsi di un mercato NFT. E data l’aria che tira a Pechino, sarà chiaramente gestito dall’autorità centrale della Repubblica Popolare. Per molti una mossa a sorpresa, per altri invece, a nostro avviso dallo sguardo più acuto, segno del fatto che nel mondo dei token non fungibili c’è tanto altro oltre foto e immagini più o meno bizzarre.
Una mossa di Pechino che dovrà far riflettere anche i tanti che hanno accantonato la questione NFT a causa del mercato non esattamente brillante delle ultime settimane e degli ultimi mesi.
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La Cina apre ai NFT: nascerà un mercato nazionale
Niente oltre la Grande Muraglia, anche per i NFT. La Cina si barrica anche per questo sotto-gruppo di affari crypto, ma invece di bandirli pensa bene di creare una sorta di mercato nazionale, che sarà lanciato il prossimo 1^ gennaio, con tanto di cerimonia in pompa magna in quel di Pechino. A gestire l’intera cosa China Technology Exchange e Art Exhibitions China, entrambe sotto il rigido e stretto controllo delle autorità statali, con l’aiuto di Huban Digital, che almeno sulla carta sarebbe impresa privata. Questo almeno secondo quanto viene riportato dalle testate cinesi.
Una scelta dunque diversa da quella che si è avuta qualche tempo fa (e ripetutamente) su Bitcoin e sul mondo delle criptovalute, che sono state invece sottoposte a ban totale. Ma cosa si potrà scambiare?
In via generale asset digitali, che poi coniugati in senso più pratico vogliono dire diritti sotto forma di asset digitali, diritti di proprietà reali e anche collezionabili, sempre secondo quanto ci viene riferito dalle testate della Repubblica Popolare Cinese. Il tutto da un lato per cercare di barricarsi da e verso l’estero, dall’altro per dare almeno un contentino (e una piattaforma di scambio controllata direttamente dalle autorità statali) ad una popolazione che, dati alla mano, scambia molto questo tipo di asset.
Perché è una notizia importante per tutto il mondo cripto? Che blockchain verrà utilizzata?
Rispondiamo prima alla seconda domanda: si tratterà di un progetto autoctono e chiuso, e quindi nessuno delle infrastrutture aperte alle quali siamo abituati potrà trarne giovamento. Dall’altro lato è una notizia comunque importante per tutto il comparto perché testimonia che c’è molto altro nel mondo dei NFT.
Altro rispetto ai collezionabili spesso di dubbia qualità, che ha spinto anche autorità rigide come quelle cinesi, che non si sono fatte problemi a bandire Bitcoin a cercare di procedere in un altro senso. Gli scettici, con ogni probabilità, dovranno ricredersi. E lo faranno col tempo.