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Crypto: Genesis vuole tempo | e Valkyrie il fondo Bitcoin

2 anni fa
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L’ultimatum di Gemini a Genesis e dunque a Barry Silbert e Digital Currency Group non ha innescato la reazione nella quale in molti speravano. Per mezzo del CEO di Genesis il gruppo ha comunicato la volontà di ricerca di una soluzione con i creditori, per quanto, affermano loro, ci vorrà del tempo e non potrà essere trovata a breve.

Una risposta che ha, chiudete gli occhi se non ci credete, lo stesso rumore del pallone calciato in tribuna, mentre Gemini e altri creditori stanno affilando, seppur proverbialmente, i coltelli. Una situazione dalla quale a nostro avviso sarà difficile uscire, se non tramite una manovra di accerchiamento che potrebbe essere già attiva.

Nel frattempo Bitcoin e crypto si godono una giornata di relax rialzista, spinte su dai pessimi dati che arrivano dall’economia USA, dati che poi verranno confrontati anche con quanto contenuto nell’ultimo incontro del FOMC, con i documenti che saranno rilasciati oggi. Chi vuole operare sul mondo cripto può comunque farlo con eToroqui puoi TESTARE il CONTO DEMO con il TOP del FINTECH – un intermediario che ci consente di investire sulle 78 migliori cripto del mercato.

Genesis calcia la palla in tribuna, sperando nella pazienza di chi gli ha già dichiarato guerra

La situazione di Genesis è grave, ma a quanto pare – citando un conterraneo di chi vi sta scrivendo – non è seria. Il CEO nulla-potenziario Derar Islim ha infatti comunicato qualche battuta sulla preoccupante situazione della società che almeno sulla carta presiede, all’interno di una lettera resa pubblica poche ore fa.

Siamo concentrati nel trovare soluzioni per il nostro business di prestiti e crediti, cercando di raggiungere il miglior risultato per tutti i clienti che sono stati colpiti da quanto accaduto.

Un incrocio tra legalese e PR-ese che avrà lasciato con l’amaro in bocca coloro i quali si aspettavano una pronta risposta alle rimostranze di Gemini, che utilizzava proprio i servizi di Genesis per offrire i piani Earn ai propri clienti.

In realtà i più scafati avevano già sospettato una possibile risposta del genere, dopo che Barry Silbert in un laconico Tweet aveva affermato, a grandi linee, che in realtà di problemi non ce n’erano. Problemi che almeno da Gemini però hanno preso al forma di 900 milioni che i clienti rivedranno chissà quando.

A questo punto servirebbe un miracolo

Situazione tesa: le responsabilità degli attori coinvolti

Barry Silbert è silenzioso ormai da tempo e questo gli è stato contestato anche dalla lunga lettera aperta di Winlkevoss diffusa il 2 gennaio. Genesis intanto non riesce a raccogliere capitali né sul mercato né tanto meno dalla sua casa madre Digital Currency Group, che anzi ha una posizione debitoria nei confronti di Genesis stessa.

I proprietari di Gemini intanto, dopo la lettera strappalacrime che ha tirato in ballo insegnanti, famiglie e risparmiatori di piccola taglia, dovrà pur rendere conto ai propri clienti del tipo di due diligence fatta prima di scegliere Genesis come provider di servizi di rendimento.

Una due diligence che era stata annunciata allora in pompa magna e della quale oggi nessuno sembra voler parlare. Se è vero che i clienti di Gemini meritano giustizia e meritano di riottenere i propri capitali, è bene anche che qualcuno si prenda pubblicamente la responsabilità di raccontarci cosa, quando e come abbiano controllato la solidità di Genesis.

Perché delle due l’una: o gli investimenti d’azzardo fatti da DCG e Genesis era noti prima e Gemini ha taciuto, oppure Gemini non ha controllato un bel niente. Chissà se a bocce ferme, mentre monta a nostro avviso un piano di accerchiamento ad opera di terzi, ne sapremo di più.

Valkyrie ha un piano?

Detta tra noi, fatta eccezione per i creditori di DCG e Genesis, a nessuno o quasi interessa come andrà a finire questa vicenda, almeno direttamente. Quanto sarà importante per il mondo crypto è capire come andrà a finire il Bitcoin Trust di Grayscale, anche questo brand nelle mani di Digital Currency Group.

A fare gola è il controllo del trust Grayscale su Bitcoin

Per chi fosse arrivato da poco in questo spazio, un breve riassunto: Grayscale gestisce un fondo Bitcoin miliardario, le cui quote non possono essere convertite in Bitcoin e che frutta una quantità importante di commissioni annue. Tale fondo viene scambiato al 50% in meno circa del valore effettivo del suo patrimonio ed è considerato da tutti l’unico pezzo pregiato rimasto nelle mani di Digital Currency Group.

Valkyrie ha già fatto sapere di essere interessata, tanto con le buone quanto le cattive. E i creditori imbufaliti potrebbero giocare a suo favore: portare in tribunale DCG o Genesis potrebbe innescare quegli effetti a catena che potrebbero mettere il Trust sul mercato. E Valkyrie potrebbe approfittarne, dato che sta già rastrellando quote del fondo stesso.

Se si tratti di una fantasia di inizio anno dovuta ai bagordi o di un piano ben congegnato non possiamo dirlo adesso. Bisognerà portare un po’ di pazienza, con la certezza che Digital Currency Group non ha alcuna intenzione di rispettare anche l’ultimo ultimatum [passateci il gioco di parole] di Gemini. Gemini che avrebbe dovuto ricevere, secondo Barry Silbert, un piano di rientro il 29 dicembre. Ma esiste davvero?

Gianluca Grossi

Caporedattore ed analista economico. È divulgatore per blockchain, Bitcoin e criptovalute in generale. Solida formazione tecnica, si occupa del comparto dal 2015. Detenzioni: Bitcoin, Ethereum.

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