Gli annunciati progetti di Facebook per il lancio di una nuova criptovaluta nel 2020 hanno avuto un effetto immediato: far sollevare numerosi ed espliciti dubbi da parte dei legislatori americani. Come ricorda CNET, Maxine Waters, presidente della House Financial Services Committee, ha invitato Facebook a sospendere lo sviluppo di una nuova moneta digitale (Libra), sostenendo peraltro che la compagnia è stata coinvolta in numerosi scandali, e che quindi deve prima offrire solide garanzie.
Ricordiamo che, come annunciato ieri, Facebook sta lavorando con 27 società partner per lanciare Libra, che dovrebbe essere rilasciata al pubblico unitamente a un nuovo wallet digitale fruibile con Messenger e WhatsApp. Gli utenti potranno dunque usare la valuta digitale di Zuckerberg per acquistare prodotti, inviare denaro o fare donazioni.
Un progetto ambizioso, che secondo Waters sarebbe in grado di permettere a Facebook di proseguire la sua espansione “incontrollata” (così ha affermato il presidente) ed estendere la sua influenza nella vita dei propri utenti.
Waters si è poi soffermato sul fatto che il lancio della criptovaluta attualmente “pecca” della mancanza di un quadro normativo chiaro, che possa fornire una forte protezione per gli investitori, per i consumatori e per l’economia in generale.
Dunque, Waters ha invitato tutte le autorità di regolamentazione a valutare tutto questo come un campanello d’allarme per la privacy e per la sicurezza nazionale.
Partendo da ciò, Waters ha dichiarato che Facebook “ha ripetutamente mostrato un disprezzo per la protezione e l’uso attento dei dati“. La società potrebbe in tal proposito dover affrontare una multa record da 5 miliardi di dollari da parte della Federal Trade Commission, che sta ancora indagando sulla società di Zuckerberg sulla presunta mancata protezione della privacy degli utenti.
Anche Patrick McHenry, repubblicano della House Financial Services Committee, ha domandato un’audizione su Facebook e sul suo progetto criptovalutario, chiedendo che i dirigenti di Facebook parlino davanti al comitato.
Non è evidentemente la prima volta che i legislatori esprimono preoccupazioni sui piani criptovalutari di Facebook, che per l’azienda potrebbero avere l’indubbio vantaggio di espandere le proprie attività, mantenere gli utenti più a lungo sulla piattaforma e generare entrate al di fuori della pubblicità.
Per il momento, Facebook non ha rilasciato risposte alle accuse formulate.
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