Libra? Sarà meglio di Bitcoin. Ad affermarlo non siamo noi, ma un recente e interessante contributo di Tariq Dennison su Seeking Alpha, che fa il punto sulle caratteristiche del nuovo progetto criptovalutario di Facebook e sui gap di maggiore favore rispetto alla criptovaluta più capitalizzata al mondo.
Tuttavia, in luogo ancor più fondamentale, l’esperto ritiene che Bitcoin sia uno strumento ancora difettoso per poter divenire una riserva di valore, e – sulla base di ciò – auspica che la SEC possa continuare a rifiutare i prossimi interventi per poter ottenere la disponibilità di un ETF su Bitcoin. Il riferimento è probabilmente al quel Bitcoin Trust ETF dei fratelli Winklevoss, ipotizzato quasi tre anni fa e ancora oggi ben lungi dal potersi varare.
Ma perché Dennison è così poco propenso a valutare un ETF su Bitcoin? I motivi elencati dal contributor sono sei:
- si tratta di una tecnologia back-wrapping e inefficiente;
- concentrerebbe l’attenzione sulle fluttuazioni dei prezzi di Bitcoin, e non sulle sue applicazioni tecnologiche;
- un maggior numero di negoziazioni determinerebbe solo una maggiore volatilità della criptovaluta, che andrebbe a scoraggiarne l’uso “tradizionale”;
- Bitcoin non ha sviluppato un mercato monetario che possa compensare gli interessi sui Bitcoin inattivi detenuti dall’ETF, che è invece qualcosa su cui si basano tutti gli altri ETF valutari;
- l’utilizzo principale dei proventi di una IPO di questo progetto potrebbe aiutare gli speculatori di Bitcoin a incassare denaro a spese di altri operatori;
- il quadro normativo è ancora molto incerto e prudente sul fronte criptovalutario.
Insomma, se generalmente gli ETF sono ben considerabili come uno strumento di allocazione delle risorse a basso costo per asset a lungo termine come azioni, obbligazioni e non solo, oggi invece un potenziale ETF su Bitcoin potrebbe correre il rischio di apparire come uno strumento inefficace sotto più profili di analisi.
E voi che ne pensate?