Soltanto ieri avevamo dato notizia dell’arrivo della criptovaluta (se così vogliamo chiamarla), targata Facebook e le risposte delle autorità pubbliche non si sono fatte attendere.
Ieri era stato il turno di Bruno Le Maire, Ministro delle Finanze francese che ha già richiesto importanti garanzie a Facebook per quanto riguarda il suo progetto Libra.
Oggi arriva invece il governatore della Banca Centrale UK Mark Carney, che ha dichiarato al Financial Times che nonostante l’approccio aperto della banca centrale della regina, sarà sicuramente necessario seguire da vicino le evoluzioni di Libra.
In aggiunta, Facebook sarà sicuramente forzata a rispettare quanto stabilito dalle norme internazionali e nazionali in tema bancario e non godrà dunque di alcuno sconto.
Le preoccupazioni di Mark Carney sono grossomodo le stesse che erano state espresse nella giornata di ieri dal suo omologo di Parigi:
Carney si è detto inoltre pronto a coinvolgere i paesi del G7, la Bank of International Settlements e anche il Fondo Monetario Internazionale.
Sarebbe riduttivo affermare che le voci critiche verso Libra – il nuovo progetto di pagamento via cripto di Facebook – siano arrivate soltanto da enti sovrani preoccupati di perdere il monopolio nello battere moneta.
In realtà le reazioni sul web, soprattutto da parte degli specialisti di informatica e di criptovalute, non sono state delle più miti.
In molti vedono in Libra l’ulteriore progetto targato Facebook per tracciare informazioni e interazioni dei propri utenti – che in larga parte coincidono con quella enorme porzione di mondo che ha accesso ad internet.
Altri invece – compreso chi vi scrive – hanno sottolineato come il sistema sia in realtà molto lontano da una criptovaluta classica, essendo fortemente centralizzato, basato su supernodi in grado di emettere moneta a piacimento (o di distruggerla) e più in generale con scarsa trasparenza sulle operazioni.
Sta di fatto che dopo i recenti scandali che hanno riguardato le modalità tramite le quali Facebook ha trattato (e ceduto) i dati dei propri utenti, non sembrerebbe ci siano i margini per dormire sonni tranquilli.
Anche se la proposta arriva in realtà da un gruppo di membri del Congresso e non esiste ancora alcuna misura ufficiale, per il momento pare che anche gli Stati Uniti non vogliano farla passare liscia a Facebook, o meglio, che non vogliano ignorare un progetto così importante.
Maxine Waters, capo della Commissione dei Servizi Finanziari, ha richiesto infatti uno stop quantomeno provvisorio al progetto di Facebook, appoggiata dalla sua controparte repubblicana Patrick McHenry.
Sembrerebbe dunque si stia formando, anche negli USA, un fronte trasversale che vuole vederci più chiaro nel progetto di Facebook, uno di quelli destinati a cambiare per sempre il modo in cui intendiamo i pagamenti.
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