Secondo quanto riportato da Finextra, anche il sistema bancario italiano sarebbe finalmente pronto ad implementare blockchain, raccogliendo le dichiarazioni di ABI, l’Associazione Bancaria Italiana, associazione senza fine di lucro che raccoglie tutti i principali gruppi bancari operanti nel Bel Paese.
Nello specifico, a partire dal 2020 sarà operativo il progetto Spunta, sviluppato proprio dai laboratori di ricerca di ABI, che implementerà il sistema di riconciliazione bancaria tra diversi gruppi, rendendo più trasparente la procedura e soprattutto permettendo di ottenere dati nel caso di problematiche incorse molto più rapidamente.
Si parla di un progetto che in realtà era stato già annunciato nel febbraio scorso.
I partner tecnologici sono NTT Data, Sia e R3 – con la sua piattaforma R3 – per la blockchain.
I test sono stati già effettuati e continueranno per tutto il 2019, prima che il progetto diventi operativo, appunto, nel 2020.
Le operazioni di cui si occuperà è la verifica di operazioni interbancaria, anche tra cliente e cliente, portando innanzitutto standardizzazione tra i sistemi utilizzati dalle diverse banche, per ora soltanto un miraggio e che finalmente potrà essere impiegato su larga scala anche nel nostro Paese.
Il riscontro tra le transazioni potrà essere automatico e si svolgerà comunque grazie ad un algoritmo finalmente condiviso.
Saranno anche condivise le riconciliazioni dei flussi, nonché tutte le operazioni che prevedono scritture che coinvolgono conti reciproci.
Spunta Project sarà anche attivo nel settore della gestione dei sospesi.
Come abbiamo preannunciato poco sopra, il sistema si baserà su Corda R3, blockchain già utilizzata da diversi consorzi bancari nel mondo.
R3 è stata inoltre utilizzata anche per diverse ICO e, secondo gli esperti, è uno dei sistemi più avanzati per il banking e per la finanza attualmente disponibili e basati proprio su blockchain.
Il processo, nel suo complesso, dovrebbe portare a diversi vantaggi che speriamo si ripercuotano anche sui clienti finali, ovvero i titolari dei conti.
Il settore bancario italiano non sta sicuramente brillando sul fronte blockchain. Sono ormai tantissimi i paesi che basano buona parte delle loro operazioni – in fase di test o meno – proprio su prodotti tecnologici basati su blockchain.
Questa potrebbe essere la mossa giusta – tenendo conto anche del fatto che non parte da un ente privato, ma piuttosto da un ente consortile che raccoglie tutte le banche italiane.
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