C’è chi per arrotondare vende qualche rottame rimasto in garage, e chi invece sull’orlo del fallimento e forse oltre mette in vendita 2.700 ASIC per il mining nuove di pacca. Il venditore? È Celsius, che oltre ad offrire prestiti – forse in pochi lo sapranno – operava anche con il mining, presso le infrastrutture di Core Scientific.
Secondo una richiesta che il gruppo ha inoltrato alla procura del South District* di New York, la stessa che sta curando la procedura fallimentare, Celsius sarebbe pronta a mettere invendita 2.700 MicroBT M30S che non sarebbero mai state agganciate alla rete. Come nuove, per intenderci. O meglio, le avrebbe già acquistate tal Touzi, una società di piccole dimensioni con sede a Cupertino – a pochi passi da quella di Apple.
Ci si avvicina dunque – finalmente aggiungiamo noi – alla parola fine della vicenda Celsius, operatore del campo dei prestiti a rendimento cripto che è stata tra le principale responsabili delle sciagure che abbiamo affrontato nel 2022. Possiamo guardare al mercato con rinnovato ottimismo, facendolo però sempre tramite un intermediario che sia sicuro e affidabile. eToro – vai qui se vuoi testarlo anche in DEMO GRATIS – è un intermediario che ci permette di investire su 78+ cripto asset, partendo ovviamente da $BTC, che viene proposto anche in acquisto diretto.
In mezzo ci sono 2.700 macchine ASIC, di quelle che vengono utilizzate per fare mining di Bitcoin. E dato che il proprietario, o meglio, quello che era il proprietario sta affrontando una procedura fallimentare, serve l’ok del tribunale.
A comprare tanto ben di Dio, per una cifra vicina a 1,3 milioni di dollari sarebbe tal Touzi, una compagnia di dimensioni piuttosto ridotte, che si porterebbe così a casa una quantità di macchinari interessante, anche se ovviamente non decisiva per le sorti del mining Bitcoin. Altro fatto curioso: tal Touzi Capital investe non solo in mining Bitcoin, ma anche in immobili e in particolare per immobili… per i senior, ovvero per quelle persone ormai avanti con l’età che, almeno negli States, cercano di accasarsi in comunità pensate proprio per loro.
Pensionati, appartamenti e mining Bitcoin: un nucleo di business che darebbe diversi grattacapi nello scrivere un oggetto sociale in Italia, ma che a Cupertino trovano invece albergo nella stessa compagnia. Lasciandoci alle spalle la nota di colore, pensiamo a Celsius.
Ci si avvicina, si spera, alla liquidazione definitiva degli asset e al ristoro, per quanto possibile, di quanto dovuto ai clienti. Clienti che non hanno alcun tipo di responsabilità nel crack e che hanno solo da rimetterci in caso di prolungamento delle procedure fallimentari. Procedure costosissime e che fruttano ai curatori commissioni niente male.
La storia di Celsius è forse una delle peggiori tra quelle che hanno angustiato il 2022, l’anno terribile che ci siamo appena lasciati alle spalle. Non per proporzioni – FTX è stata decisamente peggiore – ma piuttosto per il tono canzonatorio che era un po’ la cifra distintiva del suo CEO. CEO che faceva le pulci a banche classiche e concorrenti, salvo poi far finire anzitempo la sua carriera con un crack che troveremo scritto sui libri storia cripto.
Addio Celsius. Non ne sentiremo la mancanza. E quel ben di Dio entri nell’alveare mondiale del mining Bitcoin, a macinare sicurezza per il network e anche denaro per chi lo impiega. Meglio così. Magari il mondo sta davvero guarendo.
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