Hardfork per Polygon Matic, con l’introduzione di aggiornamenti su diversi fattori che governano il funzionamento del layer 2 che è di gran lunga il più popolare all’interno del macro-sistema di Ethereum. Cambiamenti importanti nel funzionamento che però colpiranno maggiormente chi utilizza fattivamente la rete e non chi sta speculando o investendo sul prezzo di $MATIC. Sono comunque cambiamenti importanti che meritano il giusto approfondimento per comprendere anche come si comporterà in futuro la rete di Polygon.
Le novità riguarderanno da un lato la volatilità delle commissioni che dobbiamo pagare per iscrivere la nostra transazione. Dall’altro invece ci saranno novità per quanto riguarda la riorganizzazione dei blocchi.
Sono comunque segnali di un’attenzione importante da parte degli sviluppatori e della community ad aspetti del funzionamento di $MATIC che vanno limati e corretti ove e quando necessario. $MATIC è disponibile anche su Capital.com – qui apri il CONTO DEMO GRATIS per testarlo senza rischi – per un intermediario che ci permette di investire su $MATIC e su 140+ cripto asset scelti tra i migliori.
Arriva un hardfork (vedremo più avanti cosa significa) per Polygon Matic che si prenderà cura di due aspetti diversi, ma comunque interessanti, del funzionamento della sua chain. Il primo, quello che ha destato maggiore interesse da parte degli utenti, riguarderà le grandi variazioni in termini di commissioni che il network ha affrontato nei momenti di maggiore stress in termini di numero di transazioni che desideravano essere iscritte in un blocco.
Per cercare di inserire la nostra transazione all’interno di un blocco, dobbiamo pagare una commissioni. La struttura delle commissioni di Polygon Matic ricalca quella di Ethereum secondo quanto previsto dall’EIP-1559. Abbiamo una commissione divisa in una quota base – che viene calcolata tramite una formula che dipende dalle dimensioni del blocco precedente. Tale commissione viene aumentata del 12,5% nel caso in cui la dimensione del blocco prevista aumenta. Questo non ha creato grandi sconquassi in Ethereum, che produce comunque un blocco ogni 12 secondi. Anzi, ha reso largamente più prevedibile il costo di una transazione.
Lo stesso modello è stato applicato a Polygon, con una differenza sostanziale però che risiede all’interno della velocità con la quale vengono prodotti blocchi, velocità che è 1/6 circa rispetto a quella di Ethereum. Questo ha prodotto in diversi scenari di congestione della rete degli aumenti molto repentini in termini di commissioni.
Polygon lamenta delle crescite esponenziali delle fee di base durante la fasi di maggiore congestione. Per questo il fattore 12,5% di aumento verrà dimezzato. Nel caso in cui ci sia un blocco di dimensioni maggiori alle previste si aumenterà di volta in volta di 6,25%. I risultati attesi sono inclusi nella slide che riportiamo, che è stata prodotta direttamente da Polygon per spiegare graficamente le migliorie che questo upgrade offrirà agli utenti.
Come possiamo vedere dalla slide, ci saranno comunque degli aumenti, che saranno però più piatti rispetto a quelli della linea blu che segnala il vecchio sistema.
Il secondo degli upgrade riguarderà la lunghezza dello sprint. Ovvero la lunghezza di blocchi che un produttore realizzerà continuativamente. Si passa dagli attuali 128 secondi ai 32 secondi.
Partiamo dal principio: con lunghezza dello sprint si intende il numero di blocchi che un variatore va a produrre contiguamente. Con la riduzione di questo sprint sarà più corta anche l’eventuale riorganizzazione.
Polygon si aspetta, con la riduzione della lunghezza dello sprint, la frequenza e anche la profondità delle riorganizzazioni della catena, cosa che dovrebbe migliorare anche la finality delle transazioni.
Quando parliamo di hard fork ci riferiamo in genere ad un aggiornamento che riguarda un protocollo in blockchain che obbliga i nodi e i produttori di blocchi ad aggiornare il proprio software, pena l’essere di fatto esclusi dal funzionamento della chain – cosa che ha per loro anche delle importanti ripercussioni economiche.
I soft fork di contro sono retrocompatibili e non obbligano i nodi ad aggiornare, mantenendo la compatibilità anche con le vecchie versioni del software.
Nel momento in cui scriviamo questo approfondimento $MATIC sta guadagnando il 2% rispetto ad un mercato mediamente piatto.
Non riteniamo però che quanto avvenuto sia necessariamente dovuto all’upgrade che è stato annunciato, in quanto appunto annunciato con un certo anticipo rispetto al movimento di prezzo che si è registrato oggi.
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