Nei giorni di Davos il mondo cripto e Bitcoin si divide nettamente in due. Da un lato i più compliant, i grandi gruppi che seguono le regole e contribuiscono a crearle – molti dei quali appunto con tanto di presenza a Davos. Dall’altro lato l’aspetto, se vogliamo, più punk del settore, che per motivi ovvi con quelli di Davos non vuole avere niente a che spartire.
Il più contestato dei meeting che incrociano politica e economia – per diversi in modi che andrebbero indagati – è stato anche teatro per dichiarazioni di Jeremy Allaire, CEO di Circle, il gruppo che gestisce USDC. Gruppo che ha preso delle posizioni molto nette che gli costeranno lo scontro frontale con il mondo cripto alla vecchia maniera.
Il tutto con un contorno comunque positivo per il mondo cripto, che sembrerebbe avere tutte le carte in regola per aver fatto il callo con certe esternazioni, non curandosene. Un mercato sul quale possiamo investire anche con Capital.com – vai qui per un CONTO DEMO GRATIS con tutte le funzionalità TOP – intermediario che ci permette di investire su oltre 140 asset con gli stessi strumenti usati dai pro e anche con un algoritmo di intelligenza artificiale.
Prima di inquadrare quanto Jeremy Allaire, leader di USDC, ha detto a Davos e dintorni, è bene fare un breve riassunto di quanto in realtà è avvenuto nelle precedenti puntate. Da un lato abbiamo il mondo old school delle cripto e di Bitcoin – dall’altro quello più istituzionale, che gioca con i piani alti della politica, flirta con grandi gruppi e vuole… più regole. Da un lato della barricata, rimanendo agli stablecoin… Tether e dall’altro il gruppo guidato da Allaire, almeno rimanendo nell’alveo degli stablecoin con riserva.
Fatta questa premessa, passiamo a raccontare quanto Allaire ha detto a Davos e negli eventi collegati.
Abbiamo bisogno di nuove definizioni, che aiuterebbero a portare più chiarezza nel capire a che livello sono coinvolti i regolatori e in quali attività.
E ha poi aggiunto sul MiCA, che poche ore dopo è stato però rimandato a Aprile:
Siamo ottimisti sul fatto che il MiCA creerà le condizioni per un mercato competitivo nell’UE.
Aggiungendo in altra circostanza:
Abbiamo bisogno di differenziare tra asset speculativi che non hanno alcuna utilità reale o valore dagli asset digitali che sono stati disegnati per avere valore. Dobbiamo differenziare tra ciò che è regolato e ciò che non è regolato.
E qui, direbbe qualcuno, casca l’asino. Perché per quanto possa sembrare una frase di circostanza, di quelle che tanto piacciono ai piani alti, in realtà ci sono così tante cose da leggere tra le righe da riempire un intero pomeriggio di commenti.
USDC, che è uno stablecoin, avrebbe secondo Allaire, valore e utilità. Tutto il resto, utilizzato da altre persone per i fatti loro, no. E quindi dovrebbe abbattersi su questo secondo mercato un intervento del legislatore, possibilmente restrittivo. E la cosa, almeno per noi maliziosi, è indirizzata anche al rivale di sempre. Rivale che ha un atteggiamento sicuramente più punk e che rifugge ambienti completamente regolamentati. Rivale di sempre che è, neanche a dirlo, proprio Tether.
In quella che è una lunga schermaglia che ha luogo periodicamente anche su Twitter, c’è un Tweet di Paolo Ardoino che sempre i più maliziosi leggeranno come indirizzato a Circle – e comunque nel complesso ai tanti gruppi cripto che sono a Davos in questi giorni.
Non sono potuto andare a Davos, a banchettare al tavolo di chi vorrebbe diventare il capo del mondo. Ho viaggiato per incontrare comunità a El Salvador, Uruguay, Paraguay, che stanno utilizzando Bitcoin e Tether per costruire libertà finanziaria e di comunicazione . Esperienza incredibile.
La frecciatina a quelli di Davos c’è. E potrebbero esserne tanti, perché abbiamo il CEO di Ripple, così come c’è Polygon, che però con Tether ha incrociato i propri destini in quel di Lugano.
O forse, chissà, la comunicazione di Paolo Ardoino è proprio tesa, come in un western, al nemico di sempre, che pur non ha mai risparmiato accuse a Tether, purtroppo troppo spesso oblique e sottintese.
Questa posizione è in realtà condivisa da molti. Basti ricordare Erik Voorhees di ShapeShift, che non troppo tempo fa, in occasione del ban USA di Tornado Cash, chiese a tutti di scegliere alternative più resistenti alla censura di USDC.
Certo è che con i costanti attacchi all’industria da parte di USDC non aiutano a recuperare un clima più disteso.
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