Nuove regole in quel di New York, o meglio, nuove linee guida che sono state diffuse da NYDFS, il New York State Department of Financial Services e riguardano, molto da vicino, il mondo cripto e il mondo degli exchange. Linee guida che hanno come obiettivo, neanche a dirlo, la protezione degli investitori e che in realtà ricalcano quanto visto già in Europa anche per altri tipi di intermediari.
In soldoni gli operatori del mondo degli asset digitali e delle criptovalute dovranno separare in modo netto gli asset dei clienti da quelli propri, cosa che permetterebbe maggiore sicurezza per i fondi dei clienti e anche maggiore accesso per eventuali controlli.
Altro atto di normalizzazione delle cripto e di Bitcoin – cosa che in molti vivranno come un ennesimo buon segnale che arriva dal mondo politico verso quello cripto. E potremo investirci anche con Capital.com –qui hai accesso gratuito al conto di prova, con capitale virtuale illimitato – intermediario che ci permette di investire su 140+ cripto asset e su tutti i principali strumenti anche del mondo finanziario classico.
Nuova stretta a New York, anche se i più navigati del mondo finanziario tra i nostri lettori la troveranno un’evoluzione naturale per gli intermediari che operano in un contesto finanziario altamente regolamentato.
Il NYSDF, il dipartimento che si occupa delle regolamentazioni finanziarie nello Stato di New York ha infatti deciso di diffondere nuove linee guida alle quali gli exchange dovranno adeguarsi, in un contesto che è già tra i più restrittivi per le cripto, almeno negli Stati Uniti.
Al centro di queste ultime novità c’è la divisione tra capitali dei clienti e quelli delle società che gestiscono tali servizi, una novità che in realtà è mutuata dai mercati finanziari classici e che avrebbe come obiettivo quello di evitare commistioni di capitali tra le due diverse entità. Una reazione a quanto avvenuto tramite FTX? Probabilmente sì, ma al tempo stesso qualcosa che non stupirà, appunto, i più navigati. E quelli che sanno come nello Stato di New York le regolamentazioni siano restrittive e in genere in grado di trascinarsi dietro anche altri stati.
Con ogni probabilità non finiranno qui le reazioni del settore pubblico e normativo a quanto avvenuto a causa di Sam Bankman-Fried e di FTX. In Europa, anche se la cosa sembrerebbe essersi definitivamente sgonfiata nelle ultime settimane, si era addirittura parlato di MiCA 2, così come si è parlato in Francia di rendere obbligatorie le licenze per gli exchange prima che la normativa a livello europeo entri in vigore.
Come prevedibile, gli exchange si sono guadagnati il centro della scena per quanto riguarda le attenzioni dei regolatori. E quelli con maggiore difficoltà ad essere compliant potrebbero iniziare a sperimentare maggiori difficoltà a partire proprio dal 2023. Probabilmente non senza che quelli che invece sono ok sotto il piano delle licenze abbiano un ruolo in questa nuova spinta. Il mondo delle lobby esiste anche per le cripto, e l’interesse per gli intermediari più istituzionalizzati potrebbe essere proprio quello di affondare colpi nei confronti dei concorrenti più… anarchici.
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