Un altro ETF Bitcoin Spot rifiutato da SEC, l’authority che vigila su mercati USA e che ha anche il potere di approvare o meno gli Exchange Traded Fund che vogliono quotarsi sulle piazze americane. Questa volta a essere cassato è stato il prodotto di ARK 21Shares.
Non è la prima volta che l’agenzia prende una decisione del genere – in netta controtendenza rispetto agli altri mercati sviluppati – e non sarà probabilmente neanche l’ultima, con Gary Gensler che nel tempo è andato definendo quali saranno gli ostacoli da superare prima di poter approvare un ETF Spot su Bitcoin.
I mercati non hanno reagito in alcun modo, dato che la notizia era più che prevedibile e che nessuno avrebbe puntato sul contrario. Anche in assenza di ETF, possiamo investire su Capital.com – vai qui per testare il conto demo gratuito – un intermediario che offre 140+ asset cripto, con strumenti avanzati di analisi come TradingView e MetaTrader 4. È presente anche un WebTrader dotato di intelligenza artificiale.
Gary Gensler non molla, nonostante le proteste stiano montando un po’ ovunque e nonostante tra poche settimane debba rendere conto delle sue scelte anche in tribunale. Rigettata l’applicazione dell’ETF Bitcoin Spot di ARK 21Shares, l’ultima applicazione di una lunga sequela per una questione che si trascina ormai da qualche mese e che probabilmente durerà ancora per molto – o almeno fino a quando non ci sarà un avvicendamento alla guida di SEC.
Questa volta il rifiuto è dovuto – almeno stando a leggere le motivazioni offerte da SEC – dall’assenza di garanzie offerte dall’intermediario CBOE BZX Exchange in termini di protezione dalle frodi e da altre pratiche non regolari.
Una questione che andrà a rinforzare dibattiti e polarizzazioni tra chi crede che SEC stia facendo un pessimo lavoro, e che invece come la senatrice Elizabeth Warren, crede che SEC si stia comportando nel modo corretto, proteggendo così, sempre a detta della senatrice gli investitori.
A questo punto sembrerebbe impossibile aspettarsi un cambio di rotta da parte di Gary Gensler e di SEC, per quanto gestori del calibro di Grayscale e di Valkyrie siano già sul piede di guerra.
Nel primo caso si tratta di questione decisamente più importante della mera approvazione di un ETF Spot, in quanto Grayscale sta cercando di convertire il suo Trust Bitcoin. Un Trust che ha in pancia più di 600.000 Bitcoin e che oggi viene scambiato a meno del 60% sul NAV.
Un fondo la cui conversione potrebbe essere cruciale per la sopravvivenza di Digital Currency Group, almeno secondo i più maliziosi, società in difficoltà per il caso Genesis e che dalla conversione del fondo potrebbe guadagnare in modo consistente, in quanto il gruppo è detentore di una larga parte delle quote del suo stesso fondo.
Un’eventuale trasformazione del Trust in ETF dovrebbe, almeno in via teorica, riavvicinare il valore delle quote a quelle del patrimonio detenuto da Grayscale in termini di Bitcoin. Ed è per un caso del genere che il niet di Gary Gensler suona, almeno per i soggetti coinvolti, ancora più inspiegabile.
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