Houston, abbiamo un problema con le banche. No, non è l’ennesima stanca e ripetitiva invettiva contro gli istituti di credito, ma l’analisi di quanto avvenuto qualche giorno fa a Crypto.com e anche a Binance, seppur in frangenti molto diversi. Un problema che dovremo anche smettere, ad un certo punto, di nascondere sotto il tappeto e affrontare per quanto possibile, di petto. Un problema che ha colpito due degli exchange più utilizzati al mondo e che continueremo a portarci dietro ancora per molto tempo.
Crypto.com ha cambiato in fretta e furia la banca che utilizzava per i depositi dei clienti poco più di 1 settimana fa. Binance si è vista sbattere in faccia la porta dalla banca che gli garantiva accesso a SWIFT. E per quanto Bitcoin fixes this, riteniamo che sia il momento di discuterne, per quanto possibile, in modo più intelligente.
Niente di nuovo per molti – e anche per i mercati, che non hanno risentito granché di queste due vicende. Possiamo investire su questi mercati sia con gli operatori di cui sopra, sia con altri come eToro – vai qui per ottenere un conto virtuale gratuito – intermediario che ci offre 78+ crypto asset e la possibilità di investire anche su asset del mercato classico.
La storia, almeno quella ufficiale, dovrebbero conoscerla ormai tutti i nostri lettori. Crypto.com ha segnalato qualche giorno fa il cambio degli estremi per versare euro sulla propria piattaforma tramite bonifico SEPA, ovvero tramite bonifico europeo. Si è passati da una banca lituana ad una banca maltese, cosa che ci ha portato a cercare di vederci chiaro. Non perché temiamo alcunché sulla solidità di Crypto.com, ma perché quando si parla di banche e mondo crypto, è sempre bene vederci chiaro.
Fino a qualche tempo fa gli utenti potevano versare tramite Transactive Systems UAB, banca di diritto lituano che non aveva dato fino ad allora grossi motivi di preoccupazione. Nel momento in cui scriviamo non è possibile, almeno dai nostri account, effettuare depositi mentre per un certo tempo di transizione qualcuno sembrerebbe essere stato in grado di versare in una banca maltese.
Lasciando da parte tutti questi dettagli dobbiamo partire da una verità a nostro avviso incontestabile: tali cambiamenti andrebbero gestiti per tempo, dato che generano confusione e dato che in ballo ci sono i denari degli utenti. Non è stato fatto. E non perché Crypto.com non abbia a cuore i suoi utenti, ma perché i problemi della banca lituana di cui sopra, ovvero Transactive Systems.
A quanto parrebbe, ma mancano conferme da parte di Crypto.com, la banca ha avuto problemi per conto proprio. In altre parole l’ente che regola le banche in Lituania ha imposto a Transactive Systems non può più imbarcare nuovi clienti né effettuare operazioni per quelli già iscritti.
Il comunicato si può leggere in completezza qui e ve lo riportiamo tradotto:
La Banca della Lituania, dopo aver condotto ispezioni presso l’istituzione per il denaro elettronico Transactive Systems UAB, ha identificato violazioni significative e mancanze in termini di rispetto delle Leggi per la Prevenzione del Riciclaggio di Denaro e del Finanziamento del Terrorismo, relative all’identificazione dei clienti e dei beneficiari, l’applicazione del risk management per Riciclaggio e Terrorismo, monitoraggio delle transazioni e implementazioni delle sanzioni.
Tenendo conto dell’importanza delle violazioni riscontrate, la Banca della Lituania ha imposto temporaneamente – fino a quando la decisione della Banca della Lituania riguardante le violazioni trovate durante l’ispezione – di non avviare relazioni con nuovi clienti e di non offrire servizi ai clienti già esistenti che offrono servizi finanziari (inclusa intermediazione, investimenti, trasferimento di denaro, emissione di denaro elettronico), così come di clienti che le cui attività sono legate al mondo delle valute virtuali (inclusi operatori di exchange di valuta virtuale, operatori e depositi di wallet di valute virtuali, scambi di asset virtuali, prestiti con sottostante in valuta virtuale). In aggiunta all’istituzione è stato comandato di non offrire servizi di conto pagamento quando le condizioni di creazione di tale account non prevedono il riconoscimento seguendo le leggi sulla Prevenzione del Riciclaggio e del Finanziamento del Terrorismo.
Questo è quanto si può leggere sul sito della Banca della Lituania. Non crediamo o comunque non abbiamo prove che sia direttamente legato alle attività di Crypto.com, che pur non sembrerebbe essere sotto inchiesta. I problemi però sono altri – non dipendono da Crypto.com e sono però al tempo stesso molto importanti per tutto il comparto Bitcoin e cripto.
Del caso di Binance e SWIFT vi abbiamo già parlato. Anche in quel caso non sembra ci siano responsabilità da parte dell’exchange, ma piuttosto decisioni terze che dimostrano ancora una volta quanto sia precaria la posizione di queste attività in termini di accesso al mondo bancario classico.
Basta un colpo di penna, che sia dell’istituto bancario stesso oppure di autorità come la Banca della Lituania per causare problemi a cascata agli utenti, come nel caso di Crypto.com.
Colpa degli exchange? No, la situazione è più complessa – e andrà pure trovata una soluzione, che deve partire anche dalle banche.
E non è una novità, almeno tra gli istituti di un certo spessore. È una situazione che si protrae da tempo e che non ha risparmiato nessun exchange, se non quelli che hanno scelto la via dell’istituzionalizzazione totale, via che spesso è passata dall’ottenimento di licenze anche come business di trasferimento di valuta classica.
Come nel caso di Crypto.com e per quanto riguarda il partner che utilizzava fino a poco tempo fa. E quindi i clienti – questo è il caso – possono trovarsi nell’impossibilità di versare e prelevare in euro.
Bitcoin può essere la soluzione: nessuno può impedirci di accedere al network e nessuno può impedirci di scambiarci valore con altri. È vero per che per molti – piaccia o meno – la possibilità di poter tornare in fiat è fondamentale. E che questa possibilità è in pericolo nonostante il settore stia iniziando a diventare maturo.
Se ne dovrà parlare, possibilmente con gli exchange in prima linea, che almeno in questo caso a nostro avviso avrebbero potuto gestire, in termini di comunicazione, molto meglio.
Del caso di Binance con SWIFT abbiamo già parlato. Non si è trattato da un’espulsione dal circuito SWIFT ma di un problema con la banca che garantiva accesso. Nel nostro speciale è spiegato chiaramente cos’è successo e non sarà difficile per nessuno comprendere le differenze con quanto accaduto a Crypto.com.
Per quanto riguarda i rischi di questi due exchange, quanto avvenuto non segnala alcun tipo di problematica legata alla loro solidità o alla presenza effettiva dei soldi dei clienti.
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