Anche Singapore, attraverso la sua banca centrale, ha espresso i primi dubbi sul progetto Libra, la criptovaluta targata Facebook che ormai da più di una settimana affolla le cronache dedicate non solo al mondo blockchain, ma anche alla finanza.
La notizia è stata riportata da Bloomberg nella giornata di oggi.
A parlare è l’Autorità Monetaria di Singapore, una delle massime istituzioni nazionali in tema economico, che ha affermato di aver già analizzato la questione e soprattutto di averne parlato con gli organi regolatori del settore bancario.
Libra potrebbe sicuramente portare dei vantaggi all’economia di Singapore, senza che però questi potenziali vantaggi possano mettere a tacere i dubbi che, a Singapore come altrove, le autorità nazionali stanno sollevando.
Sarà, secondo Ravi Menon, difficile capire cosa ci troveremo davanti e dunque di conseguenza come agire a livello regolamentare. Si tratterà di una moneta privata? Di una criptovaluta tout court? Oppure Facebook dovrebbe essere considerato direttamente una banca?
In realtà sono in diversi ad essersi già espressi in senso apertamente negativo – come ad esempio il Ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire – nei riguardi del progetto Libra di Facebook, un progetto che, data anche l’enorme portata del social network collegato, potrebbe davvero diventare una valuta mondiale privata.
Menon non si è limitato però a sollevare qualche dubbio sul corretto inquadramento del progetto. Durante la medesima conferenza riportata da Bloomberg è stato infatti anche sottolineato il nucleo di benefici che Libra potrebbe avere sull’economia di Singapore.
Libra è infatti nato come progetto non solo per lo spostamento di denaro immediato ed economico, ma anche per offrire accesso ai sistemi di pagamento digitale a chi non ha un conto banca – e verosimilmente potrebbe avere difficoltà ad aprire.
Menon ha avuto anche occasione di sottolineare come il sistema di pagamenti internazionale possa essere aiutato da Libra, dato che appunto il sistema attuale ha già mostrato più volte di essere lento, molto costoso e comunque insostenibile sul medio e lungo periodo.
Singapore non farà nulla, almeno per il momento. Prima ci sarà appunto, come ricordato più volte da Menon, il momento di capire di che tipo di tecnologia parleremo, cosa che con ogni probabilità non si riuscirà a capire almeno fino a quando Libra non entrerà in fase di beta pubblica.
È comunque intenzione del governo di Singapore occuparsi anche delle questioni che riguardano la privacy degli utenti, questioni particolarmente sentite quando in ballo c’è l’azienda che ha fatto dei dati personali e privati il più grande commercio a livello mondiale.
Così come ci sarà, come d’altronde ricordato anche dalla Banca Centrale inglese, necessità di implementare sistemi in grado di combattere il riciclaggio e il finanziamento del terrorismo.
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