Il gran giorno è arrivato e lo aspettano anche Bitcoin e criptovalute. Oggi, quando in Italia saranno le 20:00, ci sarà la prima decisione sui tassi di interesse USA per il 2023. Sì, è il termine della riunione del FOMC, il comitato che raccoglie i diversi membri di Fed che decide su rialzi (o ribassi, in altre circostanze), del tasso di interesse di riferimento negli Stati Uniti.
Tasso di interesse che è fondamentale per l’andamento dei mercati finanziari e che toccherà anche Bitcoin e criptovalute. Per gli analisti è scontato un rialzo di 25 punti base, rialzo modesto rispetto ai quattro precedenti.
Per la giornata di trading, in particolare in avvicinamento all’ora X, è prevista grande volatilità e possibilità di inversione di mini trend anche nel giro di pochi minuti. Chi vuole affrontare il mercato oggi dovrà farlo con strumenti adeguati. Capital.com – vai qui per ottenere un conto virtuale gratuito con CAPITALE DI PROVA SENZA LIMITI – ci permette di investire su centinaia di criptovalute con strumenti di livello come MetaTrader 4 e TradingView.
L’aumento è scontato. Tutti parlano di 25 punti base (0,25%) come se fossero già scritti nelle Tavole della Legge e non vi è motivo per non credervi. Certo, le sorprese possono sempre accadere, così come i miracoli, ma non è questo l’aspetto più interessante del FOMC di oggi. Un FOMC che riguarda indirettamente anche Bitcoin e il mondo delle criptovalute.
È difficilissimo trovare qualcuno che non ritenga che il rialzo dei tassi sia di 25 punti base. Il consenso è praticamente unanime e ci sarà di poco di cui discutere su questo punto, almeno dal nostro pulpito.
Comunicati i tassi inizia la girandola delle dichiarazioni, a partire da quelle di Jerome Powell. E sarà su queste che saranno concentrate le attenzioni degli specialisti e degli investitori. Le possibilità sono 3:
POWELL DOVISH e cioè un Powell colomba che apre all’inversione, seppur tra qualche mese, dell’andamento dei tassi di interesse. Non importa che siano effettivamente queste le parole. Se Powell si mostrerà di questo atteggiamento, i mercati reagiranno con acquisti e dunque con rialzi nei prezzi degli asset.
POWELL HAWKISH e cioè un Powell aquila, che parlerà di quanto siano duri i tempi che ci aspettano e che reagirà indispettito verso la grande corsa dei mercati di gennaio, cosa inaspettata e comunque contro quelli che erano i desiderata di Fed, che avrebbe certamente preferito operatori di mercato più rilassati e più allineati alla narrativa dei tempi duri.
POWELL CHE ALTERNA tanto commenti dovish quanto quelli hawkish. I mercati si alternano in un sali-scendi fino a quando la situazione sarà più chiara – o fino a quando si ricorderanno degli scarsi poteri predittivi delle banche centrali (ne abbiamo parlato anche in una nostra recente puntata del Podcast che alleghiamo qui).
Ci mascheriamo anche noi da indovini, ma lo facciamo soltanto perché ormai crediamo di conoscere il governatore di Federal Reserve anche fosse soltanto per le ore durante le quali ci ha intrattenuto con i suoi discorsi.
Un mercato del lavoro ancora forte, che tradotto in lingua comune vuol dire che la disoccupazione non è ancora a livelli tali da raffreddare l’inflazone. La convinzione – in realtà basata su studi e dati decennali – è che un’inflazione come quella che stiamo affrontando noi (e che stanno affrontando anche gli USA), abbia bisogno di periodi recessivi e con un’occupazione non eccellente. Questo tipo di commento da parte di Jerome Powell sarà interpretato come hawkish.
Attendiamo i dati: nel senso che le decisioni dei prossimi mesi dipenderanno in larga parte dai dati che arriveranno. Powell è un burocrate di massimo livello e non può permettersi di dire in conferenza stampa che si naviga a vista, ma è quello il senso.
Target 2%: Federal Reserve farà tutto ciò che è necessario per riportare l’inflazione verso il 2%. Anche questa è una frase che abbiamo già sentito e che farà al 99% parte del discorso di Powell.
Per il resto ci sarà da vedere se Powell deciderà di parlare – o quantomeno di rendersi conto – di due fatti: le politiche monetarie hanno un lag importante sui mercati, ovvero producono i loro effetti a molti mesi di distanza. Il secondo punto è quello dei licenziamenti già importanti che stanno avvenendo in tutte le principali società USA. Sono un segnale forte di qualcosa che si è rotto o si sta rompendo nell’economia.
Perché in particolare durante queste fasi Bitcoin si comporta come un asset di rischio puro e segue dunque quanto avviene sulle borse USA. La decisione sui tassi di interesse impatterà sui mercati e così farà su Bitcoin e anche sul resto delle criptovalute.
Sono momenti molto concitati in genere, anche quando il rialzo è telefonato come quello di oggi. Tenendo conto di tutto quanto ci siamo detti in questa guida, è consigliata la massima attenzione per qualunque tipo di operazione durante la giornata di oggi – e in particolare in avvicinamento all’ora X.
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