Charlie Munger, come nome, non vi dirà forse niente. Ma se dicessimo… il braccio destro di Warren Buffett? Ecco, sì, lui. Personaggio conosciuto negli Stati Uniti e le cui opinioni al vetriolo si guadagnano le prime pagine dei giornali, almeno tra quelli economici. In molti tra i nostri lettori lo ricorderanno per non essere stato mai morbido nei confronti di Bitcoin.
E non lo è stato neanche questa volta, in un lungo articolo di opinione che ha trovato posto sulle colonne del Wall Street Journal. Una settimana niente male per il mondo crypto e Bitcoin, attaccato sia da stampa che poi con il settore non c’entra nulla – vedi i recenti attacchi da Repubblica – sia da quella che un po’ di voce in capitolo lo ha, come appunto il Wall Street Journal.
La solita buona notizia è che in realtà Bitcoin e cripto se ne disinteressano completamente e anzi continuano a mostrare quella forza che ha caratterizzato l’avvio di questo anno. Possiamo investire in questo tipo di asset anche con Capital.com – vai qui per ricevere un conto virtuale gratuito – intermediario che ci permette di investire con il top degli strumenti e sul meglio del mercato, grazie ad un listino di 78+ asset al quale si accompagnano anche asset del mercato classico.
Ci risiamo: Charlie Munger vuole il ban per le cripto
Charlie Munger non è mai stato morbido con cripto e con Bitcoin. Tempo addietro ebbe a definire la questione veleno per topi, un’altra volta roba da matti e, forse nel più brillante dei suoi interventi, malattia venerea. Non esattamente un tipo che le manda a dire. Questa volta però il palcoscenico è di quelli importanti e di quelli raggiungibili da tutti, ovvero le pagine del The Wall Street Journal. E l’articolo di opinione parte subito con il turbo. È infatti titolato Perché l’America dovrebbe bandire le cripto.
Non sarebbero valute, ma un contratto d’azzardo con quasi il 100% del vantaggio per il banco, dice Munger, che poi continua lungo un articolo con in realtà tanti spunti interessanti. E con qualcuno che almeno ad avviso di chi vi scrive dovrebbe essere discusso nell’ambiente.
In alcuni casi grosse quantità di criptovaluta sono vendute a chi le promuoverà a costo quasi zero, dopodiché il pubblico acquista a prezzi molto più alti, senza comprendere appieno la pre-dilution a favore di chi lo promuove.
E questo è un aspetto del quale ci siamo occupati diverse volte su queste pagine e che è uno di quelli più oscuri – e meno conosciuti dal grande pubblico. E sul quale si dovrà continuare a fare molta informazione. Per il resto, dato che gli argomenti iniziano e finiscono qui, l’articolo a firma di Charlie Munger – che potete leggere qui in inglese – non ci sembra granché. Certo, all’apparenza è più articolato delle sue invettive di qualche tempo fa, ma di ciccia ce n’è poca oggi come ce n’era poca ieri.
Ovviamente gli Stati Uniti dovrebbero implementare ora una legge che prevenga questo tipo di cose.
Con il riferimento al fatto che
Le criptovalute non sono valuta, non sono commodity, non sono titoli finanziari. Sono invece un contratto simile al gioco d’azzardo con quasi il 100% di vantaggio per il banco, utilizzato in un paese dove in genere i contratti sul gioco d’azzardo sono regolati a livello statale da stati che competono per lassismo.
Ma ci interessa davvero l’opinione di Charlie Munger?
Sì, ci interessa. Per quanto potremmo puntare il dito e urlare boomer, questo tipo di discussioni contribuiscono a delimitare il campo da gioco sul quale appassionati e non si affrontano. E a poco serve sottolineare l’età di Munger o la sua scarsa vicinanza al mondo che cambia.
Così come è assurdo sottolineare i grandi successi storici delle imprese di *Warren Buffett** e dei suoi sodali, dato che qualche buona, anzi ottima occasione se la saranno persa anche da quelle parti. E quando poi non si fa distinzione tra Bitcoin e il resto, il dubbio che si sia capito molto poco è sempre dietro l’angolo.
È sempre lo stesso gioco.
“Le cripto tolgono parte dei soldi che altrimenti verrebbero investiti in azioni/titoli, e che ovviamente ne avrebbero fatto crescere ancora di più il valore se fossero stati messi lì (azioni che ovviamente io detengo) quindi cripto merda truffe azzardo ponzi tulipani”
Al livello sotto “Eth toglie parte dei soldi che altrimenti verrebbero investiti in bitcoin facendolo crescere di più quindi eth merda centralizzato censura scam”
Ancora più in giù “stoppana Aptos avalanche tolgono parte dei soldi che altrimenti sarebbero investiti in eth quindi merda scam VC truffatori”
Poi “i meme coin tolgono soldi a stoppana craptos avalanche quindi merda buuu scam”
Infine “gli influencer coin tolgono soldi ai Meme non fatevi fregare buuu merda scam”
Le uniche due domande da farsi sono 1) quanto di ciò è vero e quanto no 2) voi a che categoria appartenete 🙂
Charlie coso qui mi pare abbastanza evidente
Qui mi devo riciclare ma l’ immagine mi piace troppo.
Bitcoin è come il Mitico Bud Spencer, lui si beve il suo whisky tranquillo al bancone, all’ improvviso tutti gli saltano addosso, ( stacco, l’ immagine passa all’ esterno del saloon).
Ora si sentono suoni di Cazzotti pesanti che volano a raffica e in fine si vedono Buffet, Boeri e tutta la gang di cattivoni che volano fuori dal locale tumafatti.
Straconcordo, che poi sinceramente, ma perchè devono sempre rompere il cazz a Bitcoin? Sembra che abbiano paura cosi. E poi cazzarola, scommetto che quest’anno, sia l’anno buono per la morte di questo dinosauro.
Gioiro’ per colui che rientra a far parte della forza……e mi sa che non sarò l’unico.
Gli attacchi a Bitcoin sono ovvi, è come quando Crozza comincia a fare satira su qualcuno, è perché è sulla bocca di tutti e sta acquistando notorietà e potere.
La satira, dicono, è l’anima della democrazia.
Il discorso è applicabile a buona parte delle criptovalute, ma non a Bitcoin, dove non c’è “un banco”. Equivale al solito “è tutta speculazione”, che è vero per certi tokens, parzialmente vero per altri. E’ difficile se non impossibile stabilire con certezza “legale” quando un token è retto solo dalla speculazione e quando solo in parte. Quando è “solo in parte” non ci dovrebbero essere leggi ad hoc, in quanto TUTTO il tradabile contiene anche speculazione, incluse le azioni della società sua e di Buffet.
Comunque al solito discorsi e ragionamenti superficiali in maniera imbarazzante.
“Perchè l’America dovrebbe bandire il dollaro”: “in tutti i casi una grossa quantità di dollari viene creata a costo quasi zero, dopodichè il pubblico li acquisirà a costi molto più alti (il proprio lavoro/tempo), senza comprendere appieno la pre-dilution (e soprattutto la post-dilution) a favore di chi lo promuove (con la forza)”
Questa sarebbe da incorniciare, colorare e farne un nft cosicché viva persempre.
👍
Viene da pensare che anche i più grandi se non addirittura i migliori investitori di sempre non ci capiscano proprio nulla di questo nuovo asset , ma sarà proprio vero? A che gioco stanno giocando Munger e il suo socio Buffet? Parlano male di bitcoin e tutte le cripto da una parte e dall’altra aumentano la loro posizione di oltre un miliardo di dollari su Nubank banca di criptovalute. Si verificherà probabilmente quello che è già successo in passato con i titoli tech che non dovevano trovare mai posto nel portafoglio di Buffet e ora penso sappiate tutti come è andata a finire. Buona giornata